Pd e Cinque Stelle tra litigi veri e finte condivisioni

La contesa con Conte avanza con prudenza. L’idea della Schlein è che solo abbracciandolo, o almeno stringendolo dentro il recito di una sorta di coalizione, se ne possa venire a capo.

Se sia più costruttivo un litigio vero oppure una condivisione finta è argomento controverso. Tanto più in politica. Ma è questo, ormai, il dilemma che attanaglia Pd e M5S all’indomani della loro querelle pugliese. Poiché la reciproca insofferenza è ormai evidente e le frasi di circostanza e le necessità numeriche con cui si cerca di mascherare le cose lasciano il tempo che trovano. 

Il fatto però è che le due opinioni a questo riguardo attraversano e dividono almeno uno dei due contendenti. Il Pd, ovviamente. Laddove una parte fatica a proseguire la strana alleanza del campo largo e un’altra parte ritiene invece che solo quel campo, il più largo possibile, possa competere con la destra meloniana. 

Posizioni comprensibili, entrambe. Tra le quali però prima o poi toccherà scegliere. La segretaria Schlein sta cercando con fatica di tenere tutto insieme. La sua convinzione è che la contesa con Conte vada condotta con molta prudenza. E che solo abbracciandolo, o almeno stringendolo dentro il recito di una sorta di coalizione, se ne possa venire a capo. 

Il punto però è che questa strategia avrebbe bisogno di trovare una sponda più amichevole e collaborativa dentro il partito di Conte. Sponda di cui, almeno al momento, non si vede traccia. Così la contesa finisce per essere sempre più asimmetrica. Tra un partito, il Pd, nobilmente diviso. E un’altra forza, quella dei cinque stelle, compatta come un sol’uomo dietro gli argomenti e le modalità del suo leader. Illudersi che questa asimmetria porti vantaggio alle opposizioni appare sempre più difficile da credere.

 

Titolo originale: Tra litigi veri e finte condivisioni.

Fonte: La Voce del Popolo – 18 aprile 2024

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]