Ancora nelle sabbie mobili

E qui, si gioca parecchio di questo fragile presente e di un futuro ancor più claudicante.

Di quel che succede all’interno di un Consiglio dei Ministri, come in una seduta di giunta regionale o di qualsiasi altra realtà di governo provinciale o comunale, non è dato sapere nulla. Perché le sedute sono segrete. Nessuno vi può partecipare escludendo gli aventi diritto dell’organo stesso. Se si sa qualcosa è perché qualcuno dei partecipanti parla. Può parlare solo dicendo cose che nulla hanno a che vedere con la segretezza della riunione. Quindi, gli stati d’animo, la verbosità, gli atteggiamenti, i presunti sentimenti e cose di questo genere.

I cronisti raccontano che il Presidente Giuseppe Conte, si è persino lanciato in espressione furiose: ha alzato la voce e, sicuramente, ha zittito qualcuno. Da questi segnali possiamo desumere che il clima fosse persino incandescente. Il recente pregresso aveva abbondantemente alimentato i botti verbali.
Resta sempre il solito dubbio: lo fanno perché il teatro lo richiede o lo fanno in modo diretto e sentito? Non possiamo saperlo. Tentiamo solamente di dare qualche suggerimento a chi volesse approfondire il tema.

Per questo sono tentato di lanciare l’idea che non sia più un problema di copione teatrale. E qui, si gioca parecchio di questo fragile presente e di un futuro ancor più claudicante. Matteo Salvini, con il vento in poppa, intende andare spedito, come vuole il grande Verdi, con la sua “marcia trionfale” al trono imperiale. Ma, con notevole astuzia, fa credere l’opposto. Infatti, va rincuorando sempre tutti con la seguente affermazione: “questo governo durerà cinque anni”.
Io non sono per natura malizioso, ma quando scrivo cose di questa portata, sono quest’ultime che mi obbligano ad esserlo. Mi convinco sempre più che il bottino, il capo leghista intenda portarselo a casa il più presto possibile e che il requiem a Giuseppe Conte sia assai prossimo, al più ipotizzo primavera del 2020.

Sull’altro versante, Luigi Di Maio annaspa, ma il destino ha voluto soccorrerlo: il caso del Sottosegretario Armando Siri è una notevole boccata di ossigeno per il leader dei 5Stelle.
Adesso, entrambi tireranno la corda. Dipende ora dalla tenuta di quest’ultima. È certo che fino al 26 maggio, come più volte sottolineato, il clima per quanto rovente, non spezzerà quella fune, il governo resterà in sella, anche se ogni giorno sarà terremotato da repentini sommovimenti dei due attori principali.
Cosa capiterà dopo la splendida estate?
Riusciranno le opposizioni a darsi una dritta e battere un colpo? Oggi su quei versanti le bandierine sono tutte afflosciate; forse per questo i due alfieri al governo si martellano senza grandi preoccupazioni.

Dubito che in questa prossima stagione il Pd possa serrare le fila e presentarsi all’opinione pubblica come una controparte in grado di sovvertire gli attuali pronostici; non credo di dire nulla di strano affermando che in Forza Italia da un po’ serpeggi un inevitabile declino.
Insomma, nulla di che stare allegri. I duellanti al governo saranno sempre più protagonisti nelle prossime scene; le riserve (Pd e Forza Italia) si dimostreranno sempre totalmente impreparati alla prossime disfide e, quindi, il Paese sarà costretto ad attraversare terreni piuttosto melmosi. Sono infatti preoccupato soprattutto sul versante economico, perché già la tenuta sembra essere ai minimi termini, se poi le prospettive si riducono ad essere quelle descritte, ho quasi la certezza che il medico non saprà dare il farmaco giusto.

Pessimista?
Confortatemi voi nell’indicarmi una strada che io, allo stato attuale, non sono ancora riuscito ad individuare.