CHARLES DE FOUCAULD, UNA VITA “CONTROCORRENTE” CERCANDO IL GETSEMANI.

Considerazioni a margine di un libro, curato dal giovane studioso Francesco Marcelli, che oggi pomeriggio viene presentato nell’aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense.

 

Giulio Alfano

Sintetizzare  in poche parole un libro singolare e non comune è sempre un operazione se non ardua certamente non facile, soprattutto dopo che il libro lo si è letto e se ne è assaporato il gusto innovativo. Cercherò comunque di farlo traendo un bilancio da quanto il volume consegna al lettore.

Lo sviluppo delle tesi argomentate riguardo la singolare esperienza di Charles de Focauld recentemente elevato agli onori degli altari da Papa Francesco nel maggio 2022, in questa sua ricerca muovono da tre versanti fondamentali: il valore della persona, la sua singolare irripetibilita, la sua attualita nella dimensione della creauturalità. Il tutto nella meravigliosa cornice che il curatore, brillante studioso che ha perfezionato la sua formazione presso la University of York in Gran Bretagna, ha saputo offrire rispetto alla “missionarietà” di questo singolare testimone di Cristo.

Il concetto di “persona” ancora oggi non trova collocazione neanche nei manuali di sociologia, ma deriva essenzialmente dal diritto canonico, vale a dire da quel diritto che conferisce alla persona il suo “statuto ontologico”. Dire “persona” oggi significa andare incontro a non poche aporie e va fatta subito una distinzione in omaggio alla chiarezza che De Foucauld ha dimostrato – basta scorrere il ricco repertorio di lettere che Marcelli acclude al suo studio – facendo perno sulla persona come fede sussistente.

Il concetto di persona non va confuso con quello di individuo, almeno nella moderna concezione filosofica, giacchè in De Foucauld sussiste una “concordia discors” tra individuo e persona, in ossequio anche alla concezione boeziana che parla di persona come “sostanza individuale e di natura razionale”, arricchita da parte sua con la preghiera, non solo liturgica ma relazionale. Qui si riscontra il senso dei suoi viaggi, dei suoi incontri con tribù e società ai margini della vita industriale all’inizio del secolo scorso; e qui, dunque, l’aspetto centrale per comprendere il volto intenso dell’uomo di Dio.

Oggi viceversa occorre una precisazione in virtù dell’esperienza missionaria di questo straordinario religioso. S’intende per “individuo” l’uomo “in sé”, mentre per persona si considera l’uomo “per sé”, vale a dire l’uomo in relazione con il suo prossimo e immerso nella socialità intersoggettiva; un uomo capace, appunto, di essere e sapersi porre in collegamento con la propria vocazione sociale. Fa bene quindi Marcelli, presentandole anche cronologicamente, a definire le lettere del monaco Charles frutto di meditazione, ma anche espressione della ricchezza dell’essere persona. Come pure fa bene a sottolineare il valore attualissimo della persona in quanto soggetto etico di matrice ontologica, che proprio la missione di Foucauld, a volte solitaria ma intensamente sociale, ha espresso.

Importante  la sottolineatura etica, che è l’insieme di comportamenti ispirati da imperativi morali, ma soprattutto spirituali. Occorre capire che il perfezionamento non riguarda solo il perfezionamento di sé. Ecco, in questo monaco così ignorato per molto, direi troppo tempo, la “compagnia” dell’essere uomo solitario, e tuttavia mai solo, è per il tempo inquieto che viviamo motivo di grande riflessione.

Charles de Foucauld si rivela nella sua attualità direi anche e proprio attraverso la lettura politica sviluppata da Marcelli, in particolare laddove viene alla luce il valore fondamentale della persona all’interno delle società contemporanee. Il monaco Charles parla chiaramente del diritto di ribellione al conformismo borghese, senza con ciò fare della disobbedienza gratuita qualcosa che supera l’obbedienza, essendo questa rivestita comunque di virtù. Tuttavia, quando l’uomo è spogliato della propria dignità, allora l’indignazione è legittima e lo è di fronte ad ogni tiranno, sia per l’oppressione fisica che per la limitazione morale in ordine al suo diritto naturale; un diritto all’interiorità irripetibile che la preghiera sublima nel silenzio del getsemani, come Foucauld riscopre e indica, forse non primo ma tra i primi nel tempo della sua esistenza.

Significativo è pure, nel volume del giovane studioso, il chiarimento attorno al concetto di “controcorrente” – termine assunto nel sottotitolo – che non va identificato con il diritto di ognuno a fare ciò che meglio crede o vuole, bensì come diritto a seguire cio che la natura ci ordina di fare nell’orientamento, naturale e corretto, delle nostre indicazioni. E ciò anche in relazione all’impegno morale che l’uomo di fede deve svolgere all’interno della società, così da realizzare quello sviluppo armonico delle diverse componenti che qualificano il dialogo quale vero servizio per la promozione dell’uomo.

In definitiva questo saggio non solo si inserisce a pieno titolo tra le opere che significativamente trattano aspetti fondamentali della dottrina cristiana e di quella che il Santo Padre Francesco definisce “a servizio della creatura umana specchio di Dio”, ma rivela una sua originalità per quanto attiene alla visione ontologica che Charles de Focauld esprime nella sua originale e mai egotica solitudine: in quel Getsemani, dicevamo, che egli frequenta nella terra di Cristo e che assume spiritualmente a “regola” del suo rapporto con gli altri, per dialogare e non per insegnare. La sua vitale solitudine è legata altresì ai fondamenti assiologici di un dettato di cultura della pace, ancor oggi attualissimo e, sovente, ignorato. Quindi un sentito ringraziamento per questo bel volume su un santo che ha vissuto il cristianesimo anche tra le sperdute genti del Sahara, sempre con la forza di una limpida fede, capace di un dialogo tra etnie e culture, senza volontà di egemonia, esempio di anima mai turbata da vuoto attorno, così da essere compresa solo in ritardo.

Prof. Giulio Alfano – Pontificia Università Leteranense