Dibattito | Mosca alza il tiro, è il tempo della superbomba.La pace, ancora, sembra una chimera.

Secondo Defense Express, l'esercito russo avrebbe utilizzato nel conflitto la bomba Upab 1550B per colpire obiettivi a 40 km di distanza. Putin non intende cedere terreno. La guerra fra Russia e Ucraina potrebbe volgere al termine grazie al tavolo delle trattative. Invece siamo allo stallo…

Danilo Campanella

La Russia alza il tiro. Il Cremlino avrebbe dato il via, una, forse due settimane fa, all’utilizzo di un ordigno di oltre una tonnellata, ad alto potere esplosivo, in grado di colpire obiettivi anche a quaranta chilometri di distanza. Il suo nome è UPAB e sarebbe la prima alternativa all’utilizzo di armi nucleari. Ma anche quella possibilità non verrà utilizzata immediatamente, deviando su armi atomiche depotenziate – pur sempre nucleari – attraverso l’innesto in missili tattici di precisione. Vladimir Putin non intende cedere terreno, col rischio di perdere in quell’operazione speciale che ha iniziato un anno fa, e che è ultima conseguenza del braccio di ferro iniziato con l’Euromaidan. Nel novembre 2013, infatti, a fronte dell’interruzione delle trattative da parte dell’allora governo ucraino per entrare nell’Unione Europea, i cittadini hanno promosso manifestazioni atte a sensibilizzare il loro governo e il mondo intero. Come risposta all’Euromaidan la Russia ha iniziato il processo dell’annessione della Crimea (18 marzo 2014), facilitato dal referendum che la stessa regione ucraina avrebbe promosso per dichiarare la secessione dalla patria ed entrare nella Federazione Russa. 

A ridosso della vittoria in Crimea, alcuni secessionisti filorussi della regione ucraina del Donbass si mossero per indirizzare la politica della regione verso il medesimo risultato. Ritenendo che tale processo si sarebbe potuto ripetere, con la stessa facilità, anche per la regione ucraina del Donbass, Putin il 24 febbraio 2022 diede inizio all’invasione chiamandola “operazione militare speciale”. La resistenza degli ucraini, addestrati da canadesi, inglesi e americani dal 2014, è riuscita a fronteggiare l’esercito regolare russo e i reggimenti paramilitari mercenari assoldati da Putin, recuperando alcune importanti posizioni. Stando a fonti trapelate, Putin non sarebbe in grado di garantire ulteriori spese militari oltre i prossimi tre mesi. 

Entro giugno 2023, quindi, la guerra fra Russia e Ucraina potrebbe volgere al termine grazie al tavolo delle trattative. Le alternative sono principalmente due: l’utilizzo di armi atomiche da parte di Putin, tentando il tutto per tutto, oppure, l’entrata diretta e materiale della Cina nel conflitto, in appoggio all’alleato russo. In entrambi i casi, appare evidente che la via diplomatica, che ricordo determina sempre la cessione di alcune posizioni, la mediazione e il compromesso, da ambo le parti, è l’unica strada contro una guerra che ha ripercussioni in termini di vite umane, in Ucraina, ed economiche, in tutto il mondo. La guerra ha decimato parte della popolazione locale; ha decimato anche le taste degli europei, a causa degli aumenti del gas e del grano, delle utenze elettriche, del picco nel costo dei materiali edili e delle derrate alimentari. 

La guerra riempirà pure le tasche degli armaioli, il cui “sindacato”, se esistesse, non avrebbe da che protestare, ma sta svuotando quelle già povere dei cittadini reduci dalla crisi economica e finanziaria che dal 2008 ha imperversato in tutto l’Occidente, aggravata dalla pandemia mondiale che ci siamo da poco lasciata alle spalle. Per i russi e per gli ucraini la guerra deve finire ma con la vittoria della rispettiva parte. Per noialtri la guerra deve finire, ora, in un modo o nell’altro.