La massima espressione diretta, che solo un referendum permette, settantaquattro anni fa, ha permesso al nostro Paese di cambiare un suo segno fondativo: passando da una espressione monarchica, ad uno Stato Repubblicano.

Un salto storico enorme. Un passo deciso del corpo vivo dell’Italia. Si era così chiusa una pagina, non proprio esaltante, di un’esperienza politica che gli italiani han voluto decretare con il loro volere. A dir il vero, la vittoria non fu schiacciante. La tradizione manteneva una sua vivacità e, allo spoglio delle schede, il distacco fu piuttosto contenuto. Ma si era definitivamente cambiato registro.

La Monarchia aveva ormai chiuso i suoi battenti e l’Italia s’incamminava verso un’esperienza in linea con la stragrande maggioranza dei popoli europei.

Per noi, quindi, è una festa. Dobbiamo saperla guardare nel verso giusto. È la festa di tutti e va onorata secondo elevate e civili modalità e in sintonia con lo spirito che l’ha generata.

Qualsiasi sia la manifestazione, in qualsiasi luogo si faccia, in presenza di autorità e di gente festante, non va mai scordato lo stile che richiede questa festa comune. Bravo il Presidente della Repubblica che coniuga l’alto valore storico con il tragico momento che stiamo vivendo. Celebrando il due giugno a Codogno, dimostra una brillante saggezza.

Ci fu un tempo, per me non proprio trasparente, in cui venne messa in disparte, come non avesse più significato e non richiedesse il momento celebrativo e simbolico che fortunatamente, da qualche anno a questa parte, viene correttamente rimesso in luce.

Abbiamo bisogno di un Paese che unisca tutte le sue forze. A volte, di fronte a situazioni straordinarie, ciascuno dovrebbe guadagnare solo la parte che accomuna tutti e tralasciare le spinose differenze. Il dramma del coronavirus richiederà a noi tutti uno sforzo enorme per non subirne le cattive conseguenze economiche. Quelle della salute, purtroppo, si sono già ampiamente e tristemente consumate.

Sia pertanto una festa all’insegna dell’orgoglio Nazionale, della nostra bellezza, della profonda cultura che accompagna la nostra storia e sappia spargere saggezza in ogni angolo.