Realizzare il termovalorizzatore, da qui al 2025, non sarà una cosa semplice. Da anni la capitale si interroga su dove localizzare una discarica di servizio: senza esito. Per altro, l’attuale piano regionale dei rifiuti chiede alla città di dotarsi delle strutture adeguate al fabbisogno, ma non parla di nuovi termovalorizzatori. Di seguito riportiamo l’ultima parte delle comunicazioni del sindaco in Aula Giulio Cesare, ieri mattina.  

Dopo un’attenta e approfondita valutazione degli sviluppi tecnologici più avanzati disponibili e un loro esame non solo in termini di costi ma anche di emissioni e di consumo di suolo, abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti, che produca calore ed energia e che ci consenta di raggiungere l’obiettivo ambizioso ma possibile di zero discariche. Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori tecnologie disponibili.

Vorrei sottolineare che alle già robuste ragioni che ci hanno indotto a definire questo scenario, si è nel frattempo aggiunta la necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Italia, rafforzata dalla drammatica aggressione russa ai danni dell’Ucraina, e di contribuire alla riduzione dei costi dell’energia ormai divenuti insostenibili per le famiglie e per le imprese.

Il nuovo termovalorizzatore da 600mila tonellate, che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi, ci permetterà inoltre di chiudere il TMB di Rocca Cencia, come chiedono da tempo i cittadini di quel territorio, e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche rendendo necessaria non più una discarica del tipo di quelle attualmente presenti sul territorio della città metropolitana, ma una piccola discarica di servizio per il conferimento di residui inerti che potrà limitarsi a sole 60.000 tonnellate l’anno, e che non solo per le dimensioni ridotte ma per il tipo di materiale conferito, ceneri inerti, avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo (ricordo poi che le ceneri pesanti sono recuperabili fino al 90% e quelle leggere si riducono al 4/5% della massa iniziale).

Con questo impianto, Roma potrà finalmente chiudere il ciclo dei rifiuti e mettersi al pari con le grandi capitali del Nord Europa e con i più importanti capoluoghi del Centro-Nord Italia. E non solo. L’obiettivo che ci prefiggiamo non è soltanto di emulare queste capitali, ma di avvalerci delle tecnologie di nuovissima generazione che consentono un pieno abbattimento delle emissioni, con risultati persino migliori dell’ormai celeberrimo impianto di Copenaghen, che costituisce meta per gli sciatori e i turisti di tutta Europa.

A questo proposito è bene sottolineare che rispetto al ciclo attuale dei rifiuti, il nuovo impianto e l’insieme del nostro piano determineranno una riduzione delle emissioni di ben il 44%, con un -15% per le emissioni su attività di trasporto, -18% sull’impiantistica e -99% sulle emissioni da discarica.

Inoltre, sarà possibile produrre il fabbisogno di energia elettrica di 150.000 famiglie l’anno e risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno, con un contributo molto significativo anche per politiche di contrasto della povertà energetica e al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di maggiore autonomia dell’Italia.

La completa chiusura e autonomia del ciclo dei rifiuti consentirà inoltre un vero e proprio abbattimento dei costi del trattamento, che ci consentirà di ridurre la Tari di almeno il 20% e di potenziare in misura significativa le attività di raccolta e di pulizia della città.

Dopo troppi anni di irresponsabile inerzia, Roma si dota quindi di un piano organico e ambizioso di impianti che ci consentirà di risolvere in modo strutturale l’emergenza rifiuti e di avere una città pulita e ambientalmente sostenibile, che non solo recupererà il tempo perduto ma si metterà all’avanguardia sulla nuova frontiera europea del superamento delle discariche, dell’economia circolare, dell’abbattimento delle emissioni e dell’autonomia energetica.

Confido che su un obiettivo così ambizioso possa realizzarsi anche in quest’Aula una convergenza larga.

È tempo di chiudere una saga che dura da troppo tempo. Io voglio essere l’ultimo sindaco che dovrà trascorrere una parte significativa del suo tempo a trovare sbocchi costosi, precari, inefficienti e inquinanti in giro per l’Italia e per l’Europa, sottraendo risorse preziose alle tasche dei romani e alla qualità della pulizia. Roma non merita tutto questo. È tempo di voltare pagina e come Sindaco sento il dovere anche morale di perseguire questo obiettivo con la massima determinazione.

 

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