Nell’ultimo anno il settore dell’Intelligenza Artificiale (AI) ha conosciuto un forte incremento d’interesse e utilizzo da parte delle imprese e degli enti pubblici: questa tecnologia emergente, ormai da tempo considerata un game changer per il prossimo futuro, è fra le tecnologie integranti il piano europeo di ripresa post pandemia. Rispetto all’anno precedente si registra una crescita di soluzioni basate sull’uso dell’intelligenza artificiale pari a circa il 15%, stando alle analisi svolte dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, con un giro d’affari aumentato di 300 milioni di euro.

Più della metà (53%) delle imprese  medio-grandi italiane ha attivato almeno un progetto basato sull’uso dell’intelligenza artificiale nel corso del 2020: la spesa effettuata è spinta dagli investimenti sugli algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, chatbot e infine virtual assistant, rispettivamente con quote di investimento del 33%, del +10% e del 28%. Quasi la totalità degli utenti ha ormai confidenza con il termine d’intelligenza artificiale e ne comprende l’utilità soprattutto in relazione all’automazione di specifici compiti (65%), alla guida di veicoli senza l’intervento umano (60%), all’interazione fra uomo e macchina (58%) e al ragionamento logico (40%). Basti pensare che più di metà dei consumatori finali ha già utilizzato prodotti e servizi che includano funzionalità d’intelligenza artificiale, assistenti vocali del telefono o smart speaker per la casa.