Per la conferma di Mattarella e Draghi. Un Manifesto dei democratici volenterosi “anche” d’ispirazione cristiana e popolare.

Invece di ululare alla luna, con lempito di una nobile e vana promessa mirante alla cosiddetta rifondazione della Dc, sarebbe meglio sperimentare una coesione realistica attorno alla soluzione più adatta a garantire le prospettive di stabilità e sviluppo del Paese.

Il dibattito sulla elezione del Presidente della Repubblica è cresciuto di tono nelle ultime settimane, facendosi particolarmente acuto nelle più recenti battute di vari politici, intellettuali e opinionisti. Sempre meno convince, a riguardo, lipotesi di spingere Draghi al Quirinale, sebbene nel Pd vi sia una corrente di pensiero che ne sostiene lopportunità in relazione al ripristino, considerato necessario ed urgente in vista delle future elezioni, della dialettica tra destra e sinistra. Letta, in ogni caso, mantiene una posizione più prudente, a riprova della complessità dei giochi interni al partito.

Ora, il punto debole della soluzione imperniata su Draghi sta nel fatto che contestualmente alla sua elezione al Colle occorrerebbe trovare il sostituto per Palazzo Chigi. Chi prefigura lavvento di una V Repubblica di titolo gollista, con la concentrazione del potere nelle mani di fatto del nuovo Presidente della Repubblica, non solo forza gli equilibri istituzionali previsti dalla Costituzione, ma tratteggia un scenario politico irrealistico, denso di grandi incognite e contraddizioni. In effetti, lo scivolamento verso le elezioni anticipate sarebbe quanto mai probabile, anche al di là delle migliori intenzioni dei partiti.

Avanza invece la convinzione, fatta propria dallo stesso Maurizio Molinari, ospite ieri dellAnnunziata, che linteresse dellItalia sia meglio salvaguardato se al Quirinale potesse restare Mattarella e a Palazzo Chigi Draghi: il tandem ha infatti dimostrato di saper guidare il Paese in una fase – tuttaltro che conclusa – di grave emergenza economica e politica. La stabilità non è un bene superfluo, soprattutto perché la prosecuzione della lotta alla pandemia e la complessa gestione a partire dai prossimi mesi dei fondi del Pnrr, richiedono uno sforzo eccezionale in termini di coesione e responsabilità.

Limpegno a favore della conferma di Mattarella, anche andando controcorrente rispetto alla sua dichiarata contrarietà, sarebbe dunque auspicabile. Una conferma, appunto, che subito ne implicherebbe unaltra, quella dellattuale Presidente del Consiglio. Su questo punto, a ben vedere, andrebbe ricercata la convergenza del disperso popolo di democristiani, popolari e centristi democratici. E non per mettere in atto così un comprensibile ma errato compattamento partigiano, nel segno cioè della permanenza di un cattolico democratico al Quirinale, bensì per sostenere nella logica della stabilizzazione del quadro politico e istituzionale una scelta valida e rassicurante per le sorti dellItalia. Ritrovarsi su questa linea avrebbe onestamente un valore di gran lunga superiore a tutte le compulsive e frustranti operazioni che illustrano la volontà di rifondare la Dca prescindere da tutto, anche dalla politica.