Piccola antologia del negazionismo. Editoriale di “Dialogando”.

Il rapporto tra scienza e verità e tra politica e bene comune. Dice fin dalle prime battute l’autore, non senza una marcata ironia:«…finalmente abbiamo una corporazione nuova e all’altezza dei tempi: la corporazione dei negazionisti e dei no vax. Ne sentivamo la mancanza».

 

Luigi Alici*

 

È nata una nuova corporazione. D’ora in avanti, in presenza di passaggi delicati nel processo di riforme e modernizzazione del Paese, non si dovrà più parlare soltanto di lacci e lacciuoli prodotti da resistenze corporative medievali. No, finalmente abbiamo una corporazione nuova e all’altezza dei tempi: la corporazione dei negazionisti e dei no vax. Ne sentivamo la mancanza.

 

Ciò che li accomuna, oltre un appello piuttosto vago all’autonomia individuale, è un enorme cartello dei NO: no alla politica, no alla scienza, no alle leggi che limitano gli spazi della vita privata (ma quali leggi non lo fanno?), no agli “esperti”, no agli istituti di ricerca, no all’informazione ufficiale.

 

Si tratta di una galassia estremamente frastagliata, di cui vorrei tentare una piccola fenomenologia:

– L’intellettuale narcisista: è l’osso più duro. Abituato ad andare oltre i luoghi comuni, ad esercitare una costante vigilanza critica, spesso aiuta a cogliere aspetti importanti che sfuggono alle maglie del pensiero unico. Purtroppo, soprattutto se è un “nipotino” di veri intellettuali, ha civettato a lungo con la retorica della post-verità, non crede nella scienza, non si sente capito dalla politica, soprattutto ha un’alta opinione di sé. A questo punto, non si è lasciato scappare un boccone troppo ghiotto: mixare un po’ di Nietzsche (non ci sono i fatti, solo le interpretazioni) e un po’ di Foucault (il biopotere come la forma più pervasiva di controllo dei corpi), ed ecco che la miccia è pronta. Il materiale incendiario non manca. Purtroppo, nel migliore dei casi non ha la minima  percezione della ricaduta deleteria delle proprie parole; nel peggiore, va in cerca proprio di quello. Solitamente ha uno stipendio assicurato e un alto tenore di vita. Se dovesse ammalarsi, non deve chiudere il proprio negozio e non rischia di perdere un lavoro precario. Con qualche giorno in una buona clinica, conta di sfangarla. Per fortuna, non fonderà mai un partito o un movimento: dove riesce a trovare dieci persone intelligenti come lui?

– Il tuttologo saccente: questo è un caso diverso. Si tratta di una persona laureata, di un’età compresa fra i trenta e i cinquant’anni. Solitamente ha una formazione tecnica, spesso è un ingegnere, un biologo, qualche volta persino un medico. Ha una buona famiglia. Porta i figli in vacanza e compra loro anche il gelato. Ma li tiene costantemente (insieme alla moglie) in stato di indottrinamento permanente. Lui frequenta la rete, anche se non ama la carta stampata, conosce un sacco di gente, sa che le cose non stanno mai come ci sono raccontate. Solitamente è un moralista pallosissimo: ha letto quattro cose e usa sempre gli stessi argomenti, conditi in tutte le salse. “Non date retta” è il suo vangelo, la fiducia negli altri è l’anticamera della stupidità. Le istituzioni sono biechi centri di potere, ma se riuscisse a occuparvi un gradino più alto davvero non gli dispiacerebbe. Il virus esiste, ma il fenomeno è stato gonfiato dalle multinazionali del farmaco. Io non ci casco. Purtroppo, è un animale gregario: va costantemente in cerca dei suoi simili, per sentirsi confermato. Per fortuna, ne trova sempre meno di quanti ne cerca.

  • Il gaudente menefreghista: fra i mammiferi libertari, rappresenta l’evoluzione della specie. Sin dall’Ottocento i suoi più lontani antenati erano coetanei che avevano letto in quantità industriale libri di cui lui ignora bellamente persino l’esistenza; avevano fondato movimenti, promosso riunioni, organizzato proteste. Senza Twitter. In nome della libertà avevano trascorso il fiore della giovinezza in celle umide e maleodoranti, erano stati torturati, fucilati, impiccati. Avevano partecipato a guerre sanguinose, amato fino alla morte una bandiera. Le loro idee erano ideali. L’evoluzione della specie, invece, fa cadere letteralmente le braccia. Non si muove senza Trip Advisor e senza la compagnia di prede femminili usa e getta. Sniffa e si fa di coca. Tanto il mondo è uno schifo, tutto fa schifo, forse anche la mia vita. Non è disposto a morire per la libertà, né per la propria fede, né per l’indipendenza del proprio popolo o della propria nazione. Eppure c’è ancora qualcosa a cui mai e poi mai vorrebbe rinunciare: l’happy hour. Purtroppo, è pronto a seguire non la politica, ma il politico – qualsiasi politico – che gli garantisca la salvaguardia del weekend. Per fortuna, è persino disposto a vaccinarsi, pur di non rinunciare a uscire la sera.

 

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*Docente di Filosofia morale allUniversità degli Studi di Macerata e direttore della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi”. È stato presidente nazionale dellAzione cattolica italiana e direttore della rivista «Dialoghi».