Credo che l’articolo di Carlo Parenti (https://www.politicainsieme.com/?p=3578), pubblicato oggi su Politica Insieme, ci aiuti a definire le vere priorità per la nostra iniziativa politica. L’Italia reale è quella descritta dal dg Censis, Valerii: “Le persone non immaginano un futuro migliore del presenti. Non coltivano sogni…”. Le prolungate politiche austeritarie e di deflazione salariale hanno creato, come spiega Ricolfi nel suo ultimo libro, una società “signorile” di massa, sostenuta da una base di alcuni milioni di “paraschiavi”, non-persone di cui nessuno s’interessa, ed hanno causato una precarietà di massa, solo attutita, per ora, dal compensare con risparmi e patrimoni immobiliari il drastico calo di tenore di vita e di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani. Una bomba (atomica) ad orologeria che tra pochi anni esploderà, se si continua a perseguire lo schwarze Null di bilancio.

Se questa è la prospettiva, allora ritengo che le critiche di Giorgio Merlo al progetto del nuovo Partito Popolare, abbiano il merito di metterci in guardia dagli errori che non possiamo più compiere. E l’unico modo per evitare che il tutto si riduca, per dirla con delicatezza, a un tram che qualcuno già pensa di poter prendere a tavolino verso ruoli istituzionali, è un assetto federativo di tutte queste realtà, le quali, come ha descritto efficacemente Merlo, nascono con identici proclami come i funghi, ma che spesso non sono capaci di guardare oltre il proprio naso. Ogni territorio deve poter decidere le candidature dei collegi, uninominali e proporzionali, della propria città, provincia, regione. Questo va messo in chiaro preliminarmente e sta alla base di un impianto organizzativo decentrato e policentrico e veramente democratico.

Anche perché ciò che ci aspetta non sarà una passeggiata. Prima o poi ci saranno le elezioni. E dopo lo scontato trionfo elettorale della destra gli italiani, tempo sei mesi/un anno si accorgeranno di essere stati presi in giro da Salvini e dalla Meloni, i quali non dispongono di alcuna seria ricetta per fermare una crisi che in Europa sarà ancor più devastante a causa delle politiche procicliche imposte dalla Germania all’Ue (mentre Usa e Brics stanno prendendo tutte le misure possibili per mettere al riparo le loro economie dalla bufera globale in arrivo).

Quindi, ciò che bisogna fare soprattutto è pensare sin d’ora a farsi trovare preparati per il momento, non lontano purtroppo, nel quale, proseguendo con le attuali politiche austeritarie, si rischierà di arrivare all’emergenza democratica, aggravata dal da una situazione sociale, economica ed internazionale, che all’improvviso scopriremo essere deteriorata più di quanto si possa immaginare. Il nostro compito prioritario non può che essere quello di prepararsi fin d’ora a quel momento, trovando il coraggio di dire la verità ai cittadini su cosa li attende in modo che insieme si possa trovare la via per tentare di salvare il Paese, o quantomeno di limitare i danni.