Giovanni Palladino, il dono della vita di un uomo libero.

Gli diciamo grazie per la sua lezione di vita esemplare, cristiano laico protagonista di questo tempo “magnifico e drammatico”, che ha amato la verità e la libertà, e rimarrà come perla preziosa.

Eravamo in qualche modo preparati, ma non eravamo pronti ad accogliere la notizia del congedo terreno di Giovanni Palladino, avvenuto il 20 gennaio scorso, proprio nei giorni commemorativi dell’Appello ai liberi e forti.  Ora che tutto è compiuto, a breve tempo di distanza dal momento conclusivo e definitivo della sua vita fra noi, abbiamo il dovere di dire bene e di dire grazie per la sua esistenza, per la verità e la forza delle sue opere e dei suoi giorni, per la libertà della sua missione sturziana donata a tutti. 

Non è facile usare il tempo della memoria per Giovanni, uomo di pensiero e di azione, di vitalità e di coraggio, di intraprendenza e di speranza: resta vivissima la sua immagine, come per un colloquio ininterrotto, con una presenza spirituale e intellettuale che non viene assolutamente meno. Oggi facciamo presente del passato, e nel ricordare il segretario generale di Servire l’Italia, con tanti ruoli e incarichi prestigiosi rivestiti nella sua lunga esperienza professionale e di impegno culturale, mettiamo al centro proprio la dimensione del cuore richiamata dalla radice latina del “ricordare”. Un cuore entusiasta e generoso, il suo, che non ha mai conosciuto stanchezze o pause, e che ha saputo sempre vincere le inevitabili fatiche e delusioni della quotidianità. 

Nel segno della straordinaria testimonianza di don Luigi Sturzo, Giovanni ha attraversato l’Italia con presenza e altruismo, intessuto relazioni importanti e significative, costruito imprese associative e sguardi di futuro, servito con amore e fedeltà la Chiesa e il Paese. E’stato uomo di sentimenti profondi e di parola scritta sapiente ed elegante, condensata in una vasta serie pubblicazioni e volumi che raccontano fede, cultura e politica in un’ottica unitaria di bene comune, davvero bene di tutti e di ciascuno. 

Era alfiere appassionato della dottrina sociale cristiana: a riguardo, possiamo testimoniare la sua ammirazione per il beato Giuseppe Toniolo anche riferita al suo legame con Sturzo, per la visione di democrazia sociale, sussidiarietà e cooperazione del grande economista cattolico trevigiano, per la terra veneta che ha visitato in più momenti e sinceramente apprezzato per la sua bellezza e laboriosità. Giovanni Palladino è stato tutto questo insieme, uomo di speciale levatura intellettuale e di un moderno dinamismo aperto alle novità e alle sfide del cambiamento. 

Gli diciamo grazie per la sua lezione di vita esemplare, cristiano laico protagonista di questo tempo “magnifico e drammatico” che ha amato la verità e la libertà, e rimarrà come perla preziosa, fecondo chicco di grano che ha già portato, e porterà ancora, molto frutto. Riconoscenti, custodiremo la sua memoria, che non andrà perduta.

 

                                                                                               

 Marco Zabotti, direttore scientifico e vice presidente dell’Istituto diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”,  già consigliere regionale del Veneto.