Che l’arrivo della pandemia di coronavirus abbia capovolto le economie mondiali, strangolando il loro tessuto imprenditoriale e con esso lasciando milioni di lavoratori in gravi difficoltà, è un fatto evidente.
Questo ha reso necessario un implementazione di nuove formule per adattarsi a questa nuova situazione.
La robotizzazione, paradigma dello sviluppo tecnologico e risultato del progresso industriale, sarà d’ora in poi molto più presente nelle aziende, determinando una perequazione della forza lavoro tra uomini e macchine.
È quanto sottolinea l’ultimo studio del World Economic Forum, che avverte che a seguito del repentino scoppio del covid-19 e della conseguente recessione generale dei paesi, entro il 2025 ―in soli cinque anni― la distribuzione dei compiti sarà pari tra esseri umani e robot.
Nel rapporto intitolato “The Future of Jobs 2020”, il WEF prende come riferimento, per trarre le sue conclusioni, le indagini condotte con i dirigenti aziendali senior – principalmente direttori delle risorse umane e direttori strategici -, che rappresentano quasi 300 aziende globali e insieme impiegano otto milioni di lavoratori.
Un’analisi del team di data science di LinkedIn condotta per il WEF ha mostrato che molti professionisti sono passati negli ultimi cinque anni a “ruoli emergenti” nella new economy pur provenendo da occupazioni completamente diverse.
Un’altra delle formule di lavoro che il presente documento ha analizzato è il telelavoro. Secondo il rapporto, l’84% dei datori di lavoro è pronto a digitalizzare i processi di lavoro e afferma che “esiste la possibilità che il 44% della loro forza lavoro effettui il telelavoro”.