Tempi lunghi per Genova

Il Governo dovrebbe rapidamente demandare ai tecnici la individuazione e l’applicazione delle procedure in deroga per il ripristino del ponte

Un tempo la Protezione Civile Nazionale aveva disponibili strumenti legislativi per interventi d’urgenza che oggi non ci sono più. Conosciamo le ragioni storiche e politiche che poi hanno cambiato l’impostazione delle possibilità che il Dipartimento nazionale della Pc aveva. Da qui, i nuovi provvedimenti legislativi che hanno ristretto enormemente la sue capacità. E, senza contare, la forte riduzione delle disponibilità finanziarie che l’hanno pesantemente limitata nella sua operatività.

Ora, stante le diverse calamità naturali e antropiche che hanno colpito l’Italia, e grazie anche al nuovo capo del Dipartimento della PC, vi è una nuova visione che permetterà una maggiore capacità esecutiva e di incisività a supporto della protezione civile.

Quindi, di fronte a una sua riacquisita capacità di operare concretamente che si basa anche in una lucida analisi degli scenari e delle modalità d’intervento come nel caso dell’evento genovese, sembra invece che la politica sia sintonizzata su una lunghezza d’onda non sempre condivisa.

Purtroppo si assiste a un continuo rimbalzo delle responsabilità che prefigura uno scenario nel quale la ricostruzione del ponte richiederà dei tempi molto lunghi.

Non solo, sembrano esserci tutte le premesse per l’insorgere di continui contenziosi che non aiuteranno la ricostruzione e che si riverbereranno in danno allo Stato e, quindi, alla collettività, costretta a subire nuovi balzelli di tassazione, qualora dovessero soccombere le attuali scelte del Governo.

Il Governo dovrebbe rapidamente demandare ai tecnici la individuazione e l’applicazione delle procedure in deroga per il ripristino del ponte, la demolizione delle case e la loro ricostruzione in apposite nuove aree. Per fare questo ci vuole un Commissario che ancora non è stato nominato, che governi le complesse fasi attuative.

Una decisione del Governo necessaria a ricreare le condizioni di normalità con decisioni rapide ma efficienti che riportino fiducia ai cittadini.

Allo stato attuale, però, queste condizioni non sembrano esserci ma, piuttosto, c’è  un puntiglioso rimpallo di responsabilità che fa perdere tempo prezioso facendo sentire la comunità genovese più sola.

Speriamo vivamente di sbagliare ma nulla fa presagire che entro un anno, come afferma il Ministro delle Infrastrutture, il ponte Morandi sia ricostruito.