Sono 5.300 nel 2019, in Italia, le nuove diagnosi di tumore del seno già in fase metastatica: rappresentano circa il 10% del totale. Grazie ad armi sempre più efficaci, alla disponibilità di farmaci innovativi e all’integrazione delle terapie sistemiche con i trattamenti locali, il carcinoma mammario metastatico oggi è una malattia trattabile, con una sopravvivenza mediana di 24-36 mesi. E, a 5 anni, il 25% di queste pazienti è vivo. Risultati impensabili solo 10 anni fa.

Nelle strutture che trattano più casi, la sopravvivenza a 5 anni raggiunge l’83,9% (rispetto al 78,8% nei centri che trattano fra i 50 e i 99 casi ogni anno e al 74,9% con meno di 50).

I diffusi programmi di screening mammografico e la maggiore sensibilizzazione delle donne all’aumento dell’incidenza del carcinoma mammario hanno portato, negli ultimi anni, a un consistente incremento di diagnosi di carcinomi in stadio precoce. La chirurgia conservativa ha progressivamente sostituito la mastectomia nel trattamento delle neoplasie in stadio iniziale, perché, associata alla radioterapia, è in grado di garantire alle pazienti le stesse percentuali di sopravvivenza globale e libera da malattia e migliori risultati estetici, oltre all’indubbio vantaggio psicologico collegato alla conservazione della mammella, che si traduce in una migliore qualità di vita.