Rimini, 7 nov. (askanews) – Attualmente le discariche sono solo un sito di abbancamento temporaneo per le frazioni di scarti attualmente non recuperabili. Haiki Mines, parte del Gruppo Haiki+, specializzata nello smaltimento certificato dei rifiuti non recuperabili, promuove in Italia il concetto di “landfill mining” con lo scopo di renderla una prassi consolidata: un innovativo processo con cui estrarre metalli e materiali preziosi dai rifiuti presenti in discarica, da trasformare poi in materie prime secondarie. Attraverso questa pratica, Haiki Mines – che presente alla fiera di Rimini per la 26esima edizione di Ecomondo – consente di moltiplicare le opportunit di circolarit nella filiera produttiva, eliminando cos gli impatti ambientali negativi legati ai siti di stoccaggio, come le emissioni di percolato e biogas.
“Noi abbiamo diversi progetti innovativi, uno su tutti il landfill mining, che un progetto di recupero di alcune vasche di una nostra discarica e che stata chiusa prima del 1990 quando l’economia circolare non era cos di moda – ha spiegato l’amministratore delegato di Haiki Mines, Flavio Raimondo -. All’interno dei siti di messa a dimora venivano abbancati anche materiali che oggi sono materie prime seconde: plastica, metalli vari e ferro. Noi abbiamo pensato di riaprire un sito, che era gi stato chiuso prima del 1990, richiuderlo con dei sistemi innovativi di sicurezza maggiori rispetto a quell’epoca, di utilizzare il materiale che all’interno, dividerlo attraverso un impianto meccanizzato e di riproporre quel materiale come materia prima seconda all’interno del circuito economico produttivo”.
“Il sito di scarica che era morto fino a poco tempo fa – ha aggiunto Raimondo – adesso torna in vita, creando un nuovo invaso per tutti quei rifiuti che non sono pi recuperabili”. Infatti “c’ una parte di residuo che le industrie e le imprese, dopo averlo trattato, non possono pi lavorarlo, non pi riciclabile, non pi riutilizzabile e quindi deve essere abbancato in una discarica controllata come le nostre. In questo caso si procede a ridar vita a un sito di discarica che in realt fino a poco tempo fa era un sito morto. Il territorio dove presente la discarica gi abituato a averne una; si superano una serie di ostacoli cos burocratici e di impatto sui comuni ospitanti e questo permette alle aziende di avere vicino un sito di abbancamento a disposizione vicino al proprio sito produttivo”.