Il 26 maggio 2019 sarà un giorno decisivo per il futuro politico dell’Europa. E, si badi, per il futuro della vita di ciascuno di noi. Questa volta le elezioni per il Parlamento Europeo non saranno, come è sempre stato, una sorta di test rivelatore degli umori nazionali frequentato da una percentuale ridotta (in alcuni Paesi anche inferiore al 50%) del corpo elettorale e in ogni caso incentrato sulle questioni di ogni singolo Stato invece che su quelle comunitarie. Questa volta sarà diverso. Questa volta le elezioni europee incideranno, e molto, sulle politiche nazionali oltre che su quelle comunitarie. Saranno elezioni politiche a tutto tondo.
La sfida è fra nazionalisti ed europeisti. Detta così, con i tempi che corrono, rischia di non esservi partita. I primi la vinceranno non solo perché il vento è loro favorevole ma anche perché risulta loro assai semplice – col linguaggio semplificatorio e distruttivo in uso sui social network – dipingere i secondi come una casta tecnocratica e benestante lontana dal popolo. Un intruglio di menzogne, propaganda e rancore che – se non adeguatamente contrastato – condurrà l’Unione Europea all’autodistruzione. Con conseguenze drammatiche per tutti noi. Ma quando le avvertiremo sarà troppo tardi.
E’ dunque importante e urgente la mobilitazione organizzata di quanti (e non sono pochi, in ogni Paese dell’Unione e quindi pure in Italia) ancora ritengono l’integrazione europea un processo non solo positivo ma addirittura indispensabile nel mondo globale del XXI° secolo. Intervenendo con idee e comportamenti nuovi sulle politiche – da quelle migratorie a quelle sociali, da quelle economiche a quelle fiscali – che maggiormente hanno determinato in questi anni, per come sono state condotte e per gli errori che le hanno contraddistinte, la torsione sovranista ed antieuropeista.
Vi sono molte buone ragioni, a cominciare dal nuovo contesto geopolitico mondiale, per contrastare e sconfiggere l’ampio schieramento antieuropeista consolidatosi negli ultimi anni e ora proprio in Italia sulla cresta dell’onda. Si tratterà di declinarle al meglio, in maniera semplice e comprensibile per tutti. Le questioni, lo sappiamo, sono complesse e non è affatto facile spiegarle in modo semplificato e conciso senza ridurle a banale fumettistica (che è invece ciò che fa con indubbio successo il fronte populista). Ma bisogna provarci. E riuscirci.