Si fa un gran parlare del decreto Genova con il quale affrontare i numerosi problemi connessi al crollo del ponte Morandi. Francamente se ne parla da troppo tempo. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e dopo di lui il Ministro Toninelli, sventolando il Decreto, si vantava che non erano pagine vuote ma erano piene di progetti per dare una soluzione a tutto: al ponte, agli sfollati, alle attività produttive, etc. Invece, sono passati quasi due mesi dal disastroso evento ma le promesse fatte non trovano riscontro sia per i tempi sia per le modalità d’intervento che per le disponibilità finanziarie.
L’unica cosa certa emersa è che la conduzione delle iniziative per affrontare l’emergenza fa acqua da tutte le parti e che la confusione regna sovrana. E lo si vede dall’azione del Consiglio dei Ministri che non è in grado di produrre nemmeno una ordinanza contingibile e urgente adeguata alle necessità. È un fatto gravissimo che mette in luce il dilettantismo, la superficialità e l’incapacità del Governo a operare efficacemente.
Intanto il tempo passa inesorabilmente senza che ci sia un disegno programmatico chiaro che consenta di dire chi fa che cosa. Non solo, si preannuncia pure una ulteriore problematica connessa alle indisponibilità economiche che allertano ancora di più la preoccupazione già presente nei cittadini. Infatti il provvedimento del Governo non trova compimento nemmeno sotto questo punto di vista oltreché a numerose falle sul piano giuridico che con ogni probabilità, non consentiranno di iniziare la ricostruzione del ponte nei tempi brevi decantati.
È una situazione veramente preoccupante che ci fa pensare ai tempi passati quando le ordinanze trovavano puntuale e immediata approvazione dispiegando gli interventi con rapidità, efficacia ed efficienza. Eppure, nonostante le numerose ordinanze delle precedenti emergenze a cui attingere e che hanno funzionato, in questo caso non si riesce neanche a nominare un Commissario per dare corso al provvedimento.
Prevalgono solo le baruffe tra i Ministri che se ne fregano delle problematiche del territorio, dei cittadini senza casa, delle attività produttive e portuali in sofferenza. Si sono già dimenticati delle promesse solenni fatte il giorno dopo il disastroso evento. A questo punto le previsioni delle fasi successive non sono ottimistiche, anzi. Si sta profilando una condizione preoccupante per la palese incapacità degli attuali governanti che pensano più alla propaganda e agli slogan che alla concretezza.