Giornata di caos sui treni, guasto a Roma paralizza circolazione

Roma, 2 ott. (askanews) – Giornata di caos quella di oggi nella circolazione ferroviaria. Stamattina, mentre i pendolari si apprestavano a recarsi in stazione per prendere i treni, un guasto tecnico ha causato la disconnessione degli impianti di Roma Termini e Tiburtina, tagliando in due l’Italia. Numerose le cancellazioni. Intorno alle 8:30 è iniziata la garaduale ripresa della circolazione ma con forti ritardi già accumulati sia per i treni regionali, che per gli inetrcity e l’Alta velocità, con punte durante la giornata fino a 4 ore.

A metà mattinata, è poi intervenuto l’amministratore delegato di Rfi, società del gruppo Fs che ha in carico l’infrastruttura ferroviaria, Gianpiero Strisciuglio, che ad un evento di Trenitalia sul trasporto regionale al quale sarebbero dovuti intervenire anche l’ad del Gruppo Fs, Stefano Donnarumma e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, entrambi assenti, ha spiegato cosa è successo. “E’ avvenuto un guasto raro – ha detto – che ha colpito la cabina elettrica che alimenta gli impianti circolazioni nei nodi di Roma. I nostri operai sono intervenuti prontamente e alle 8:30 è stata ripristinata la circolazione ma con ritardi importanti. Sono in corso di accertamenti – ha concluso Strisciuglio -. Andremo a fondo nella verifica, perché siamo una grande azienda e non accettiamo questo tipo di guasti”.

Donnarumma, che intanto si era recato alla sala operativa del gruppo per verificare gli strumenti e le risorse dispiegate in situazioni come quella di oggi, in un post sui social ha aggiunto che il personale du Rfi e Trenitalia si è attivato tempestivamente per affrontare le criticità e gli impatti sul traffico ferroviario. “Il Gruppo FS è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale nel campo dei trasporti – ha scritto il manager -. È per questo motivo che tutti noi ferrovieri dobbiamo continuare a dare il massimo per migliorare sempre più con efficienza ed efficacia, per garantire livelli di servizio ottimale ma anche saper gestire imprevisti come questi con lucidità e professionalità”.

Di chiodo piantato per errore su un cavo da parte di un’impresa privata addetta alla manutenzione, ha parlato poi il ministro Salvini: “il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponderà, non è stato all’altezza di quello che la seconda potenza industriale d’Europa deve avere”.

“Ho chiesto che emergano le responsabilità e chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere”, ha aggiunto il vicepremier specificando di aver chiesto una verifica su tutte le centraline di alimentazione in tutta Italia”.

In serata infine è intervenuta di nuovo Rfi che ha annunciato l’intenzione di prendere provvedimenti “anche di tipo contrattuale – nei confronti di tutti i soggetti che hanno commesso errori o non sono stati all’altezza della situazione”.

Nel frattempo sono esplose le polemiche. L’associazione dei consumatori Codici chiede che vengano rimborsati i biglietti in maniera integrale. “Si è registrata l’ennesima giornata da incubo per chi si sposta in treno – ha detto Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – e questa volta quanto accaduto non può essere sanato applicando solamente il regolamento europeo. Alla luce dei pesanti ritardi che si sono registrati sulla rete ferroviaria e delle conseguenze per chi, ad esempio, doveva recarsi al lavoro e non l’ha potuto fare, è doveroso riconoscere il rimborso totale del costo del biglietto”.

Sul fronte sindacale, invece, la Fit-Cisl chiede a Rfi di far rientrare le attività di manutenzione a suo tempo esternalizzate. “Noi riteniamo – afferma il sindacato – che la soluzione per migliorare il servizio ferroviario non sia la privatizzazione poiché essa non produrrebbe nessun vantaggio per la collettività e neppure per il sistema ferroviario. La chiave del successo di Ferrovie dello Stato è il modello di gruppo integrato, come è stato fino ad oggi, e non una parcellizzazione in altri modelli organizzativi che in passato e in altri paesi non hanno prodotto i risultati attesi di miglioramento del servizio. Oggi più che mai è necessaria una internalizzazione delle attività manutentive svolte nell’ambito di impianti strategici”.