Torino 6 nov. (askanews) – La scultura come forma di movimento, anche sulla scena. La galleria Mazzoleni di Torino dedica una retrospettiva ad Agostino Bonalumi, a dieci anni dalla morte, che si focalizza, come ha spiegato il curatore Marco Scotini, sulla relazione tra l’artista e lo spazio teatrale.
“L’opera di Bonalumi – ha detto ad askanews – performativa in un certo senso, anche se non stata capita fino in fondo per questo aspetto, per attraverso le sue estroflessioni crea proprio un rapporto di spinte e controspinte, il teatro delle forze come stato definito a partire dal titolo di questa esposizione. E proprio per sottolineare questo aspetto, cio qualcosa che non ha a che fare con dei segni, come si trova in qualsiasi superficie appunto pittorica, ma ha a che fare con delle forze, ho pensato che si poteva approfondire veramente solo tre anni dell’attivit di Buonalumi”.
Sono gli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta e Bonalumi collabora attivamente al balletto “Partita” e all’azione coreografica “Rot”. Lo fa con le sue sculture e i suoi colori, con l’ampliamento della dimensione tradizionale dell’opera d’arte, che nelle sale di Mazzoleni – all’ennesima conferma della capacit di organizzare esposizioni estremamente interessanti – si offre in una dimensione nuova, capace anche di modificare lo spazio della stessa galleria.
“Si tratta proprio – ha aggiunto Scotini – di un momento particolare del rapporto tra musicisti, coreografi e artisti, il canovaccio sostanzialmente visivo, per cui possibile vedere questo rapporto paritretico tra corpi in movimento e sculture in movimento”.
In qualche modo sono opere che anticipano molto delle contaminazioni tra discipline tipiche del teatro contemporaneo, nel senso pi ampio del termine, e che raccontano di come le avanguardie hanno spesso agito sottotraccia, ma in modo profondo, per arrivare a definire ci che oggi viviamo come arte. Anche in questo caso nel senso pi ampio e attuale del termine.