In Ucraina distrutta la diga vicino Kherson, migliaia di persone a rischio

In Ucraina distrutta la diga vicino Kherson, migliaia di persone a rischio

Roma, 6 giu. (askanews) – Una diga di epoca sovietica a Nova Kakhovka, nella parte della regione di Kherson controllata dai russi nell’Ucraina meridionale, è stata fatta saltare in aria oggi, scatenando un’inondazione in tutta la zona. Ucraina e Russia si sono accusate reciprocamente dell’attacco, condannato dai vertici di Kiev e dalla Comunità internazionle come un ecocidio e un crimine di guerra. Le distruzioni potrebbero avere conseguenze anche sulla vicina centrale nucleare di Zaporizhzhia, che utilizza l’acqua della diga per il raffreddamento dei suoi reattori. L’allarme è stato lanciato dal direttore dell’Aiea, Rafael Marano Grossi, che la prossima settimana sarà in visita alla centrale, pur precisando che al momento la situazione resta sotto controllo.

Secondo l’esercito ucraino, a fare saltare in aria la diga sarebbero state le forze russe. Le autorità di Nova Kakhovka hanno proclamato lo stato d’emergenza. Circa 16.000 persone si trovano attualmente nell’area interessata dai danni, sulla riva destra del fiume Dnipro, dove si sono riversate “centocinquanta tonnellate di olio lubrificante” in seguito alla distruzione, secondo le autorità ucraine. “C’è anche il rischio di nuove perdite di lubrificante, che avrebbero un impatto negativo sull’ambiente”, hanno avvertito. Intanto, molti distretti sono già “completamente o parzialmente allagati”: Tiahynka, Lvove, Odradokamyanka nel distretto di Beryslav; Ivanivka, Mykilske, Tokarivka, Poniativka, Bilozerka, il microdistretto di Ostriv. Le autorità locali si sono subito attivate per evacuare i residenti più a rischio verso la città di Kherson, e poi a Mykolaiv, e da lì a Khmelnytskyi, Odessa, Kropyvnytskyi, Kiev e altre città.

Da parte loro, le agenzie di stampa russe hanno affermato che la diga, controllata dalle forze russe, è stata distrutta da bombardamenti ucraini, mentre un funzionario russo ha affermato che si è trattato di un attacco terroristico. Il presidente Vlaidmir Putin è stato immediatamente informato dell’incidente e il Cremlino ha “categoricamente” respinto le accuse di responsabilità nell’esplosione. E il rimpallo di accuse tra Mosca e Kiev, ripreso da tutti i media internazionali già pochi minuti dopo l’accaduto, ha fatto infuriore, non poco il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba. Dopo avere chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Scurezza, Kuleba ha accusato la stampa di “mettere fatti e propaganda sullo stesso piano”. “L’Ucraina sta affrontando un’enorme crisi umanitaria e ambientale. Ignorare questo fatto significa giocare al gioco ‘non del tutto ovvio’ della Russia”, ha aggiunto su Twitter.

Il sospetto delle autorità ucraine e di alcuni analisti è che le truppe russe avrebbero scelto di far saltare laa diga per rallentare l’annunciata controffensiva ucraina. Non a caso Kiev si è affrettata a chiarire che i piani di riconquista dei propri territori non cambieranno. “La distruzione deliberata e pianificata da tempo da parte della Russia della diga di Kakhovka si traduce in un ecocidio regionale”, ha commentato Kuleba. “Interi ecosistemi vengono danneggiati in modo irreversibile. Esortiamo gli Stati e le organizzazioni internazionali a condannare la Russia e ad aderire alla Formula di Pace di Zelensky alla voce ‘Prevenzione dell’ecocidio”, ha aggiunto il ministro. Il presidente ucraino, da parte sua, ha riunito il Consiglio naziona di sicurezza e difesa ed ha accusato i “terroristi russi” di avere sabotato la diga, un gesto – ha detto – che “conferma solo al mondo intero che devono essere espulsi da ogni angolo del territorio ucraino”. “A loro non dovrebbe essere lasciato un solo metro, perché usano ogni metro per il terrore”, ha aggiunto.

Unanime la condanna della Comunità internazionale. Per il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, l’attacco si “configura chiaramente come un crimine di guerra”, di cui “la Russia e i suoi delegati” saranno ritenuti “responsabili”. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha evidenziato invece che l’esplosione “mette a rischio migliaia di civili e provoca gravi danni ambientali”. Questo è un atto oltraggioso, che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina”, ha aggiunto. La distruzione a Nova Kakhovka, secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “è qualcosa che ha una nuova dimensione, ma che corrisponde anche al modo in cui Putin sta conducendo questa guerra”. “È anche qualcosa che è in linea con molti dei crimini che abbiamo visto in Ucraina, che sono stati commessi da soldati russi e si inquadrano in un modo di condurre la guerra che ha sempre preso di mira obiettivi civili: città, villaggi, ospedali, scuole, infrastrutture”, ha commentato Scholz. Secondo Kaja Kallas, primo ministro dell’Estonia, “lo stato terrorista della Russia ha ora trasformato l’acqua in un’arma”.

Anche “l’Italia condanna con forza il bombardamento della diga di Kakhovka”, “che sta mettendo a rischio migliaia di persone e sta provocando un disastro ecologico, aggravando ulteriormente l’emergenza umanitaria in atto”, ha fatto sapere il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Seguo – ha aggiunto – con la massima attenzione e preoccupazione gli sviluppi, anche in relazione alle possibili conseguenze sulla sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzia. Siamo al fianco degli amici ucraini e di tutti i civili che stanno subendo le conseguenze di questo ulteriore e brutale attacco”. Roma, 6 giu. (askanews) – Preoccpazione per i “gravi danni” è stata espressa dal direttore dell’Aiea, Grossi. L’esplosione, ha spiegato al bord dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha comportato “una significativa riduzione del livello del serbatoio utilizzato per fornire acqua di raffreddamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”. E “l’acqua”, ha ricordato, “è necessaria per il sistema di raffreddamento essenziale” dei reattori, per la rimozione del calore residuo dalle vasche del combustibile esaurito e per il raffreddamento dei generatori diesel di emergenza.

“L’assenza di acqua di raffreddamento per un lungo periodo di tempo provocherebbe lo scioglimento del carburante e l’inoperabilità dei generatori diesel di emergenza”, ha sottolineato Grossi, pur precisando che “l’attuale valutazione è che non vi è alcun rischio immediato per la sicurezza dell’impianto”. Il capo dell’Aiea ha quindi ricordato che “esiste un certo numero di fonti alternative di acqua”. “Uno dei principali è il grande stagno di raffreddamento accanto al sito che per progettazione è mantenuto al di sopra dell’altezza del serbatoio. Poiché i reattori sono fermi da molti mesi, si stima che questo stagno sarà sufficiente a fornire acqua per il raffreddamento per alcuni mesi”, ha insistito, aggiungendo che “è quindi fondamentale che questo bacino di raffreddamento rimanga intatto”. “Nulla deve essere fatto per minare potenzialmente la sua integrità”, ha ammonito, chiedendo “a tutte le parti di garantire che non venga fatto nulla per indebolirlo”.