Nuove Zone speciali di conservazione per limitare le minacce agli habitat naturali

E’ stato firmato il decreto che identifica le Zone speciali di conservazione: ben 96 siti d’importanza comunitaria posti nelle regioni biogeografiche alpina e continentale del Veneto

La designazione delle Zsc è un passaggio assai rilevante per l’attuazione della Rete natura 2000, al fine di garantire l’entrata a regime di misure di conservazione specifiche contrastando la perdita di biodiversità.

Le Zone speciali di conservazione dell’area alpina sono 35 e tra  queste: le Dolomiti Ampezzane, il gruppo Sella, la Marmolada, il lago di Misurina.

Sessantuno invece, quelle della regione biogeografica continentale, sempre nel territorio veneto: i Colli Asolani, la Laguna medio-inferiore e superiore di Venezia, il Delta del Po (in particolare il tratto finale e delta veneto).

A seguito dell’emanazione del decreto da parte del titolare dell’Ambiente Sergio Costa, sono stati pubblicati la cartografia delle Zone speciali di conservazione, i tipi di habitat naturali e le specie di fauna e flora selvatica, già comunicati alla Commissione europea, nonché gli atti regionali che individuano obiettivi e misure di conservazione per la designazione dei siti.

Entro sei mesi la Regione Veneto dovrà provvedere ad assicurare l’allineamento tra le misure di conservazione e la Banca dati Natura 2000 comunicando, altresì, al Ministero dell’Ambiente il soggetto gestore di ciascuna Zona.

La Banca dati Natura 2000 rappresenta un quadro di riferimento utile per organizzare in forma standardizzata le diverse misure di conservazione (elemento essenziale per la designazione), contiene i campi fondamentali su cui articolare le misure sito specifiche per gli habitat e le specie di interesse comunitario, secondo gli orientamenti e gli indirizzi tecnici espressi dalla Commissione europea.