Dobbiamo ripensare i nostri accordi internazionali, ma non nel senso di “America First” o di un primato da attribuire a qualcosa o qualcuno. «Prima di tutto viene il pianeta e prima di tutto vengono le persone: questo è quello che conta».
Lo ha detto il Premio Nobel per l’economia e membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Joseph Stiglitz, intervistato da Sofia Lobos, della redazione spagnola di “Vatican News”.
Intervenuto al workshop su “Nuove forme di fraternità solidale, di inclusione, integrazione e innovazione”, che si è tenuto il 5 febbraio nella Casina Pio IV in Vaticano, Stiglitz ha spiegato che la crisi del capitalismo «si estende anche all’etica e alla morale», per questo è necessario un nuovo contratto sociale, che metta «i mercati al servizio delle persone», non le persone al servizio dei mercati, e impedisca «comportamenti individualisti esasperati».
«Serve – ha sottolineato – un’economia circolare, che riduca l’utilizzo di risorse naturali, le riutilizzi e le ricicli, e un’educazione alla sostenibilità ambientale».
Al simposio hanno partecipato economisti, ministri delle finanze e banchieri di tutto il mondo, e si è discusso su come superare le diseguaglianze per una migliore distribuzione della ricchezza mondiale.
Corruzione e speculazione sono state identificate come le cause che generano debito e povertà.
Fraternità e solidarietà sono state indicate come fondamentali per costruire un sistema economico sostenibile che non opprima i più poveri e che torni a mettere al centro la persona umana.
Joseph Stiglitz – autore de “Il prezzo della disuguaglianza. Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro”, pubblicato nel 2012, e di “Persone, potere e profitti: il capitalismo progressivo per un’era di scontento”, che in Italia uscirà a maggio – ha sostenuto che le politiche di austerità praticate per affrontare la crisi del debito non funzionano.
Piuttosto – ha continuato – «dobbiamo riscrivere le leggi dell’economia nazionale e globale per ridurre il potere delle multinazionali, per ridurre l’evasione ed elusione fiscale, per creare un sistema di tassazione più efficace, per dare ai lavoratori un maggiore potere contrattuale, incoraggiare la contrattazione collettiva, rafforzare i sindacati».
«Dobbiamo assicurarci – ha aggiunto – che le multinazionali non diano importanza soltanto ai loro azionisti ma a tutte le parti interessate, compresi i clienti, i lavoratori, le comunità nelle quali questi lavorano e al pianeta sul quale viviamo».
«Ho pensato – ha ribadito Stiglitz – che potremmo affrontare contemporaneamente sia la crisi della disuguaglianza sia quella climatica, attraverso politiche che creino una maggiore giustizia sociale e ambientale».
Il Premio Nobel ha proposto di riformare l’economia di mercato e il capitalismo attraverso un maggiore equilibrio tra i mercati, i governi, la società civile, creando un’ampia ecologia degli accordi istituzionali, con una maggiore enfasi posta sulle Organizzazione non governative e sulle cooperative, cercando di introdurre una maggiore solidarietà insieme ad una maggiore eguaglianza.
Fonte: Vatican News