L’Ungheria si sta preparando per le elezioni locali. E mentre la politica nazionalista di Orbán gode di un forte sostegno in tutto il paese, non è così a Budapest, dove il suo partito ha vinto, alle elezioni europee, con il  41,17% (scendendo fino al 31,72% nel distretto del centro città), dati molto bassi rispetto con il 52,56% raccolto a livello nazionale.

Quindi, l’opposizione, che vuole allentare la presa di Viktor Orbán sul potere, sta sperimentando una nuova strategia: una coalizione di tutti i partiti anti Orban che prevede candidati comuni alle elezioni locali per impedire una competizione al massacro.

E cosi succede che il Partito liberale ungherese (Mlp) decida con i socialisti e i verdi di sostenere la candidatura di Gergely Karacsony a sindaco di Budapest nelle amministrative.

Mentre la destra, cosa impensabile fino a qualche tempo fa, non sta schierando il proprio candidato.

Anche nei distretti della città, oltre che fuori Budapest, sono stati scelti candidati comuni dopo mesi di trattative tra i gruppi di opposizione.

Un segnale nuovo per la politica ungherese.

Anche se ciò che sarà più importante per gli elettori non saranno le coalizioni ma i temi riguardanti le varie città.

Per avere il sostegno di una comunità, prima di tutto, bisogna sapergli indicare le prospettive ma anche i valori e i principi che regolano il proprio agire una volta eletti.

Così la gara, nella capitale, così come in tutte le altre amministrative,  che sarà in gran parte incentrata su questioni che incidono sulla vita quotidiana dei residenti, non dovrà solo concentrarsi come avverrà a  Budapest, su questioni quali l’aumento dei prezzi delle case, le sfide dei trasporti e la scarsa qualità dell’aria, ma sopratutto sul tipo di valori che si intende perseguire.