Firenze: “Nella luce degli angeli”

"Nel sesto mese, l'angelo (ἄγγελος) Gabriele (Γαβριὴλ) fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".

Si intitola “Nella luce degli angeli” ed è la mostra virtuale a tema che gli Uffizi hanno deciso di regalare ai visitatori virtuali di tutto il mondo in occasione del Natale. Dell’ipervisione fanno parte 12 riproduzioni in altissima definizione di altrettante celebri opere appartenenti alle Gallerie. Tra i capolavori, “Madonna col Bambino in trono, angeli e santi (Maestà di Ognissanti)” di Giotto.

Nella Bibbia, erano identificati con la parola mal’ak cioè messaggero, un termine in seguito utilizzato anche nel Corano, il testo sacro rivelato a Maometto proprio dall’arcangelo Gabriele, inviato da Dio.

L’equivalente greco è anghelos, e connotava Hermes, il messaggero degli dei; dalla mitologia la parola transita nel Cristianesimo e assume il significato valido ancora oggi in quasi ogni lingua. E proprio in quanto messaggeri di Dio gli angeli popolano l’Antico Testamento, appaiono nel libro del Genesi a mettere in atto la cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden, corrono a fermare Abramo un attimo prima che vibri il colpo mortale sul figlio Isacco, o rivestono il ruolo di spirito guida: è il caso del giovane Tobiolo, scortato amorevolmente dall’arcangelo Raffaele nel lungo viaggio intrapreso per recuperare i crediti del vecchio padre.

Anche nei Vangeli il compito di queste creature eteree, né umane né divine, è quello di connettere terra e cielo, accompagnando la vita di Gesù e della sua famiglia.

In ognuno dei capolavori scelti ci sono gli angeli, mediatori tra il mondo umano e quello divino, che catturano la nostra attenzione, sia per la bellezza della resa pittorica sia per certe tenerissime invenzioni figurative.