15.4 C
Roma
venerdì, Aprile 25, 2025
HomeAskanews25 aprile, Mattarella: è sempre tempo di Resistenza. L’omaggio a Papa Francesco

25 aprile, Mattarella: è sempre tempo di Resistenza. L’omaggio a Papa Francesco

Genova, 25 apr. (askanews) – L’omaggio a Papa Francesco e al suo richiamo alla Resistenza che significa pace per tutti non solo per alcuni e lotta quotidiana per assicurare a tutti le stesse condizioni di benessere e giustizia. Sergio Mattarella celebra a Genova l’80esimo anniversario della Liberazione e alla vigilia dei funerali del Pontefice non manca di ricordarne la lezione “più grande”, quella per la pace e per la solidarietà: “Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. E’ la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco”.

E’ nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ che il Papa ha “esortato a superare ‘conflitti anacronistici’ ricordandoci che ‘ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte… Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti’. Ecco perché – secondo il Presidente – è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata”.

Arrivato a Genova il capo dello Stato, al cimitero monumentale di Staglieno, ha reso omaggio ai partigiani che qui riuscirono a sconfiggere l’esercito tedesco senza l’aiuto degli alleati ma con il solo appoggio dei genovesi. Poi Mattarella al Teatro Ivo Chiesa, accolto da una standing ovation, ha assistito a un estratto dello spettacolo teatrale “D’Oro. Il sesto senso partigiano”, nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile. Questa regione, la Liguria, è ricca di luoghi e di testimonianze della Resistenza che sono valse la medaglia d’oro al valor civile a tanti comuni, da La Spezia, ad Albenga a Savona, Rossiglione, San Colombano Certenoli in val Cichero, Zignago. Qui in Liguria ci furono anche i primi modelli di governo partigiano, le esperienze di “zone libere”. In Liguria la rivolta prese il via dalle fabbriche, vere e proprie “scuole di democrazia, con la crescita di coscienza sindacale, e la costituzione delle squadre di difesa operaia”.

La terra di Sandro Pertini, Paolo Emilio Taviani, del cardinale Pietro Boetto, dichiarato “giusto fra le nazioni” per il soccorso prestato agli ebrei, e di Luciano Bolis, esponente del Partito d’Azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945 e che non a caso “riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli”. Sono tutte le citazioni che il capo dello Stato ha scelto per tracciare un legame immaginario tra quello che da qui partì durante la guerra di Liberazione e che culminò qualche anno dopo con il progetto dell’Europa unita. Perchè, ha ricordato Mattarella, è “dalle diverse Resistenze che nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee”.

Una lezione da non dimenticare mentre una nuova guerra ha colpito al cuore il continente con l’aggressione russa all’Ucraina: “Difendere la libertà dei popoli europei è compito condiviso – ha scandito il capo dello Stato -. Ora, l’eguaglianza, la affermazione dello Stato di diritto, la cooperazione, la stessa libertà e la stessa democrazia, sono divenuti beni comuni dei popoli europei da tutelare da parte di tutti i contraenti del patto dell’Unione Europea”.

Dal presidente partigiano Sandro Pertini il monito a “ricordare che la partecipazione politica è questione che contraddistingue la nostra democrazia. E’ l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà”, ha ricordato Mattarella rilanciando nuovamente l’appello a non arrenderci “all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità”. Lo dobbiamo per rispetto ai “sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà”.

Da Genova Mattarella, salutato da una folla che gli ha gridato “Ora e sempre Resistenza”, ha poi fatto rientro a Roma per poter accogliere i capi di Stato che parteciperanno domani ai funerali del Papa.