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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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7 ottobre, Kamala Harris promette la fine di Hamas.

Il blitz ha provocato la morte di 1.200 persone, il ferimento di oltre 5.500 e il rapimento di almeno 250 ostaggi. La risposta di Israele è stata durissima, per il Papa sproporzionata.

In occasione del primo anniversario dell’attacco palestinese contro Israele, la vicepresidente e candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha ricordato la necessità di combattere Hamas, promettendo di distruggerne l’organizzazione e liberare gli ostaggi ancora detenuti.

“Farò tutto ciò che è in mio potere per assicurarmi che la minaccia di Hamas venga eliminata, che non possa più governare Gaza, che fallisca nel suo intento di annientare Israele e che la popolazione di Gaza possa liberarsi dalle sue grinfie,” ha dichiarato Harris, ricordando appunto gli eventi del 7 ottobre 2023.

Harris ha inoltre ribadito il suo impegno a “lottare senza sosta per il rilascio di tutti gli ostaggi, inclusi i sette cittadini statunitensi,” sottolineando che il sostegno americano a Israele sarà continuo e che gli Stati Uniti restano fermamente impegnati a garantire la sicurezza del loro alleato mediorientale.

Parallelamente, anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha rilasciato una dichiarazione in cui ribadisce la volontà di a lavorare senza sosta per un cessate-il-fuoco a Gaza e per il ritorno in patria degli ostaggi. Biden ha aggiunto che gli Usa restano convinti che l’unica soluzione per il conflitto israelo-libanese resti quella della via diplomatica.

Ieri, in definitiva, è stata la giornata in cui nel mondo sono stati ricordati i drammatici eventi del 7 ottobre 2023, quando Hamas, da Gaza, orchestrò un attacco coordinato che provocò la morte di 1.200 persone, il ferimento di oltre 5.500 e il rapimento di almeno 250 ostaggi. Per tutta risposta, Israele ha scatenato un’offensiva durissima – il Papa ha persino alluso al suo carattere sproporzionato – contro il movimento palestinese, lanciando una massiccia campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza.

Il prezzo è stato molto alto. Secondo le autorità sanitarie locali, da quel giorno sono oltre 42.000 le vittime registrate a Gaza, una tragica conseguenza del conflitto in corso. L’anniversario di questi eventi rappresenta un ulteriore monito sulla complessità e la gravità della situazione nella regione, mentre la comunità internazionale continua a cercare soluzioni diplomatiche che possano porre fine al ciclo di violenza.