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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Geo-politica e geo-economia nelle relazioni internazionali: e la geo-cultura?

Esploriamo come l'Italia utilizzi il soft power culturale per valorizzare le sue relazioni internazionali, sottolineando l'importanza della cultura nell'economia globale e nel consolidamento dei rapporti esteri.

Il binomio “economia – cultura” è stato da sempre percepito all’estero come un elemento di rilievo o un “atout” importante del nostro Paese nei rapporti internazionali, pur tuttavia continuando in Italia a suscitare dubbi (se non sterili polemiche) derivanti probabilmente anche dalle difficoltà di valorizzarne l’impatto in termini di reale peso politico e di concreti ritorni finanziari. 

La questione della misurazione della cultura è di tale vastità da non poter essere evidentemente sviluppata in maniera esauriente in un articolo necessariamente contenuto. 

Tuttavia anche recenti eventi quali la Fiera del Libro di Francoforte (con l’Italia come ospite d’onore) piuttosto che la “Settimana della Lingua Italiana” confermano come questo sia un tema di periodica ricorrenza e tuttora di grande attualità.

Quando si affronta il tema delle risorse assegnate e dell’analisi costi/benefici, o dei “ritorni” connessi ad interventi o investimenti nel campo culturale, ci troviamo proprio  nell’ambito concettuale di grande complessità sintetizzabile col termine “soft power”.  A sua volta, entrano in gioco ulteriori nozioni qualitative di non semplice valutazione quantitativa, quali “indotto”, “impatto”, “dividendi sociali” piuttosto che “reputazionali” ed altri di altrettanta difficile misurazione. 

Negli ultimi anni si sono registrati alcuni segnali che denotano una crescente sensibilità verso il fenomeno e le sue potenzialità, tuttavia non ancora sufficientemente e diffusamente percepite e, quindi, non adeguatamente sfruttate.  

A proposito di “soft power” e della rilevanza inespressa di questa “risorsa” nelle relazioni internazionali, si rammenta l’emblematica decisione di creare nel gennaio 2022 una nuova struttura nell’organigramma del MAECI denominata DGDPC (“Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale”) con il precipuo obiettivo di consolidare e valorizzare le potenzialità dirette ed indirette del “soft power” italiano nello sviluppo dei rapporti con l’estero del nostro Paese.

 

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