Nel suo discorso rivolto alle alte cariche dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile, sintetizzando ciò che per lui rappresenta non solo un auspicio, ma una necessità: “Armonia e massima convergenza!” Questa esortazione non è casuale, ma nasce dall’analisi di una realtà politica in cui l’armonia appare sempre più compromessa. Le tensioni tra maggioranza e opposizione, infatti, si manifestano con un’evidenza crescente, non soltanto per l’esasperata contrapposizione dialettica, ma anche per l’indirizzo di alcune riforme promosse dall’attuale governo.
Un esempio emblematico è rappresentato dalla riforma del premierato, definita dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “la madre di tutte le riforme”. Si tratta di un progetto che mira a concentrare il potere decisionale nelle mani di una sola persona, senza adeguati contrappesi istituzionali, sollevando così legittime preoccupazioni sulla tenuta del sistema democratico delineato dalla nostra Costituzione.
Questa tensione non si limita al confronto tra schieramenti politici, ma investe anche la figura della stessa Meloni, che sembra divisa tra il ruolo di partito, dove rivendica ed esercita un’indiscussa leadership derivante dal successo elettorale, e quello di capo di governo, che cerca di accreditare come figura istituzionale rispettabile tanto in Italia quanto in Europa. Tuttavia, questa doppia veste non è priva di contraddizioni. Basti osservare che all’interno del suo partito, la spinta a realizzare un radicale spoil system sembra premiare più la fedeltà personale che il merito, in netto contrasto con i principi fondanti della nostra Carta costituzionale.
Mattarella, consapevole di queste dinamiche, ha assunto un ruolo attivo e determinato per riaffermare il valore della Costituzione come “casa comune” di tutti i cittadini. Non si tratta di un Presidente della Repubblica “super partes” in senso puramente formale, né di una figura pilatesca limitata alla moral suasion. Al contrario, Mattarella ha dimostrato di voler mettere in campo tutti i poteri a sua disposizione per garantire il rispetto della Carta costituzionale, dal rinvio motivato delle leggi alle Camere fino al ricorso alla Corte Costituzionale.
L’invito del Presidente alla “massima convergenza” non implica un’utopica omologazione tra maggioranza e opposizione, ma piuttosto la necessità di un dialogo costruttivo su temi fondamentali, come la salvaguardia dei principi costituzionali. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile superare le attuali disarmonie e preservare l’equilibrio democratico del nostro sistema istituzionale.
In un momento storico in cui il rischio di derive autoritarie non può essere sottovalutato, il ruolo di Mattarella emerge con forza come quello di un garante autorevole, capace di ridisegnare il significato stesso della Presidenza della Repubblica: non più un osservatore distante, ma un custode vigile e attivo della democrazia italiana.