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Bce, Lagarde: più incertezza sull’inflazione per frizioni sui dazi

Roma, 10 feb. (askanews) – L’accresciuta incertezza che circonda le prospettive di inflazione e economia è l’elemento su cui la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha maggiormente insistito davanti alla plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo. Un intervento a meno di due settimane dall’ultimo taglio dei tassi operato dall’istituzione monetaria, che in quella occasione aveva particolarmente insistito sulla debolezza dell’economia.

Ora, secondo Lagarde, le “frizioni” nel commercio internazionale – e parlava dopo che l’amministrazione Trump ha appena annunciato dazi al 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio, a cui l’Ue ha replicato parlando di misure “illegali” alle quali è pronta a reagire – rendono le prospettive “più incerte”, anche per il futuro dei prezzi. Ad ogni modo l’aspettativa è che nell’area euro “l’inflazione sia orientata a tornare al nostro obiettivo del 2% sul medio termine nel corso di quest’anno”, ma “con rischi sia al rialzo che al ribasso”.

Generalmente gli analisti si attendono che la Bce tagli nuovamente i tassi di riferimento dell’area euro il mese prossimo e che continui a ridurli fino a fine primavera o inizio estate. Le attese sul punto di caduta spaziano dal 2,25 all’1,75% (in riferimento al tasso sui depositi).

Alla Bce “siamo determinati ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi in maniera sostenibile al nostro obiettivo di medio termine del 2%. Seguiremo un approccio (decisionale) legato ai dati in cui, volta per volta, determineremo l’appropriata linea monetaria. Non ci vincoliamo – ha ribadito Lagarde – a un percorso particolare sui tassi”. E anche nell’ambito della nuova revisione alla strategia sulla politica monetaria, “ci stiamo preparando per il rischio di un futuro sempre più instabile”.

Nella molteplicità di interventi che, come di consueto, hanno cercato di richiamare l’istituzione su istanze a volte contrapposte, non pochi interventi di eurodeputati hanno rimarcato la necessità di assicurare l’indipendenza della Bce dalle influenze politiche. Ma in questa occasione intendevano soprattutto lamentarsi dell’eccessivo attivismo dell’istituzione sui temi del cambiamento climatico, di cui la stessa Lagarde è una aperta sostenitrice.

Mettendo in rilievo le molteplici svolte operate negli Stati Uniti dall’amministrazione Trump, alcuni parlamentari hanno poi espresso contrarietà anche alle politiche su “diversità e inclusione” portate avanti dalla Bce su carriere e assunzioni del suo personale. Altri europarlamentari, tuttavia, hanno sostenuto che la Bce faccia troppo poco su questi versanti, e hanno espresso supporto in generale per la linea di condotta monetaria della Bce.

Sul clima Lagarde ha replicato ribadendo che “sappiamo, a tutti i livelli, che in base ai Trattati europei il nostro obiettivo primario è la stabilità dei prezzi. Non si discute. Sappiamo anche che c’è un secondo paragrafo che si riferisce agli obiettivi secondari, su come li possiamo supportare, ma questo articolo è molto specifico e inizia dicendo, ‘senza pregiudizio per l’obiettivo primario’. La stabilità dei prezzi è quello che si guida”, ha detto.

Lagarde ha anche ribadito il parere della Bce sulla necessità di procedere all’adozione di un euro digitale, ritenuto necessario per preservare la “sovranità Ue”, e su cui i lavori al Parlamento europeo non procedono spediti come i banchieri centrali vorrebbero.

All’opposto negli Usa il presidente Donald Trump, che preferisce puntare sui criptoasset, ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve, e a tutte le agenzie governative, di effettuare qualsivoglia attività per creare una valuta digitale della banca centrale (Cbdc). Questi progetti, studiati da molte banche centrali nel mondo, hanno avuto accelerazioni nei recenti anni delle restrizioni sanitarie imposte a motivo della Covid. Ma diversi esponenti della maggioranza repubblicana Usa vedono le Cbdc come insidiosi strumenti per esercitare il controllo sociale sulla popolazione da parte dello Stato.

Intanto, l’economia dell’area è cresciuta “in maniera modesta” e nel quarto trimestre la produzione è rimasta piatta, ha proseguito Lagarde. “Le indagini segnalano che il manifatturiero continua a contrarsi, mentre l’attività dei servizi è in espansione. La fiducia dei consumatori è fragile e, nonostante l’aumento dei redditi reali, le famiglie sono titubanti a spendere”.

Tuttavia, secondo la presidente dell’istituzione le condizioni per una ripresa ci sono ancora. “Un solido mercato del lavoro e redditi più elevati dovrebbero rafforzare la fiducia dei consumatori e consentire un aumento della spesa. Un credito più accessibile dovrebbe stimolare consumi e investimenti nel tempo. Anche le esportazioni – ha aggiunto Lagarde – dovrebbero sostenere la ripresa, sebbene questo sia anche legato agli sviluppi nelle politiche commerciali internazionali”. (di Roberto Vozzi). (fonte immagine: European Parliament).