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Nato, su Ucraina posizioni non convergenti, Rutte cerca mediazione

Milano, 13 feb. (askanews) – Alla ricerca di una mediazione sul tavolo della Nato, mentre si delineano posizioni decisamente differenti dopo che il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha dichiarato di aver parlato con il presidente russo Vladimir Putin di come negoziare la fine della guerra in Ucraina.

Il compito del segretario generale dell’Alleanza Mark Rutte è più arduo che mai e non a caso questa mattina, nelle battute pre ministeriale Difesa ha usato tutta la diplomazia che conosce: “Vedremo come si svilupperà, passo dopo passo”, ha detto per poi ripetere il suo mantra: “Dobbiamo assicurarci che l’Ucraina sia nella migliore posizione possibile”. Il tutto proprio mentre il segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth definiva Trump “il miglior negoziatore del pianeta” per aver portato entrambe le parti al tavolo delle trattative per la pace e che “il mondo è fortunato” ad avere Trump.

Va notato che non tutte le voci trasmesse in streaming dall’Alleanza hanno espresso posizioni convergenti, prima del vertice dei ministri della Difesa. La più netta è stata la Germania. Sarebbe stato meglio se gli Stati Uniti non avessero fatto concessioni alla Russia “prima ancora dell’inizio dei negoziati”, ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ai media, arrivando alla ministeriale difesa della Nato, e aggiungendo che il fatto è “deplorevole”. “Sarebbe stato meglio discutere la questione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO o delle possibili perdite territoriali al tavolo dei negoziati”, ha affermato, mettendo in campo le reali preoccupazioni sulle reali ambizioni della Russia nella regione: gli europei non possono semplicemente “sedersi e rilassarsi”.

Pistorius – a margine della riunione dei ministri a Bruxelles – ha messo inoltre in guardia dal reagire in modo eccessivamente celebrativo all’annuncio dei colloqui di pace, poiché afferma che Putin continua a provocare l’Europa e rimane una minaccia. Ha anche detto che, pur accettando la realtà di cui parlava Hegseth, lo aveva espressamente messo in guardia dal ritirare il coinvolgimento degli Stati Uniti in Europa. A Pistorius è stato anche chiesto chi dovrebbe rappresentare l’Europa in eventuali colloqui, e lui ha lanciato l’idea della partecipazione di Berlino, ma – afferma – spetta ad altri decidere, insistendo però sul fatto che una voce europea deve essere presente al tavolo.

A sua volta il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu ha ammonito contro la “pace attraverso la debolezza”, che, avverte, potrebbe avere conseguenze drammatiche, opposte all’obiettivo di portare la pace in Europa. “Non possono esserci negoziati sull’Ucraina senza l’Ucraina”, ha affermato il Segretario alla Difesa britannico John Healey. Parole da cui trapelava una certa inquietudine sono giunte anche da Polonia e Svezia. In partolare il ministro della Difesa svedese Pal Jonson ha affermato che i Paesi europei hanno fornito circa il 60% del supporto militare a Kiev lo scorso anno e devono essere coinvolti.

Nel frattempo prosegue proprio in Europa l’esercitazione Steadfast Dart 25, una delle esercitazioni annuali più rilevanti dell’Alleanza Atlantica che rinnova il suo impegno per la sicurezza e la difesa collettiva: dall’inizio di febbraio, le Forze di Reazione Rapida saranno dispiegate in Romania, Bulgaria, Grecia e nel Mar Egeo per migliorare l’integrazione e l’interoperabilità tra unità e comandi operativi.

Rutte – aprendo la riunione odierna – ha reagito con cautela ai negoziati annunciati dal presidente degli Stati Uniti Trump con il capo del Cremlino. “Vedremo come si svilupperà la situazione”, ha affermato a margine. È fondamentale che l’Ucraina sia strettamente coinvolta in tutte le decisioni che la riguardano, ha messo in evidenza, per poi tornare su un tema avanzato anche ieri nella conferenza stampa pre vertice: Putin deve capire “che questa è la fine, che non potrà mai più provare a conquistare un pezzo dell’Ucraina”, ha affermato l’ex capo del governo olandese. “Ciò deve essere parte di negoziazioni e non c’è dubbio che il presidente Trump e il suo team ne siano consapevoli”. D’ora in poi ci sarà uno stretto coordinamento tra gli alleati, ha promesso.

Trump ha detto di aver parlato per più di un’ora con Putin e che i due uomini vogliono incontrarsi di persona in Arabia Saudita. Ha detto di aver parlato anche con Volodymyr Zelensky, negando di aver “gelato” il presidente ucraino. Ma sono numerose le preoccupazioni, come quelle che giungono da Varsavia.

Hegseth prima di entrare alla riunione odierna ha anche replicato a chi gli chiedeva se non fosse un tradimento quello degli Usa nei confronti di Kiev. “Beh, questo è il suo linguaggio, non il mio” ha replicato il segretario alla Difesa. “Di certo non un tradimento. Come ho detto ieri ai nostri alleati, riconosciamo l’incredibile impegno che è stato profuso nel corso di molti anni. E nessun paese, come ha sottolineato il Presidente Trump, ha preso un impegno maggiore nei confronti della missione ucraina degli Stati Uniti d’America, oltre 300 miliardi di dollari. Quindi gli Stati Uniti hanno investito nella stabilizzazione di quelle linee del fronte, dopo l’aggressione della Russia. Non c’è alcun tradimento in questo. C’è un riconoscimento che il mondo intero e gli Stati Uniti sono interessati alla pace, una pace negoziata, come ha detto il Presidente Trump, fermando le uccisioni”. Per aggiungere: “Ecco perché il mondo è fortunato ad avere il Presidente Trump”.

(di Cristina Giuliano)