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Panetta: da dazi Usa -0,5 punti di Pil nell’eurozona (ma per l’Italia andrà peggio)

Roma, 15 feb. (askanews) – I nuovi dazi approntati negli Usa dall’amministrazione Trump avranno ricadute “più contenute” nell’area euro rispetto all’economia globale, con circa mezzo punto percentuale di crescita in meno rispetto a 1,5 punti in meno ma “con effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al 31esimo congresso Assiom Forex. “L’esperienza storica mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano”.

“Secondo le nostre stime, se i dazi annunciati in fase pre-elettorale fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del Pil globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali. Per l’economia statunitense l’impatto supererebbe i 2 punti”, ha detto. “Nella fase iniziale questi impatti negativi potrebbero essere amplificati dall’aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali, già evidente nelle ultime settimane”.

“Il caso più significativo è quello della Cina. Dato l’eccesso di capacità produttiva nel settore industriale. L’imposizione di dazi elevati da parte degli Stati Uniti potrebbe spingere gli esportatori cinesi a cercare nuovi mercati per compensare il calo delle vendite sul mercato americano. In tale scenario – ha rilevato Panetta – le imprese italiane ed europee si troverebbero esposte a crescenti pressioni competitive da parte delle aziende cinesi, la cui specializzazione settoriale è sempre più simile a quella europea”.

“I dazi non garantiscono una riduzione del disavanzo delle partite correnti – ha poi rimarcato il governatore -. Se lo facessero, comporterebbero anche un minore afflusso netto di capitali verso il paese che li ha imposti, con conseguenti aggiustamenti attraverso un aumento del risparmio dei residenti o una riduzione degli investimenti”.