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sabato, Febbraio 22, 2025
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Dal sogno atlantico alla resa dell’Occidente? L’Europa davanti al bivio.

Profondo è il cambio di rotta. Ciò riflette il volere non solo di Trump, ma anche del suo entourage. L’idea stessa di democrazia è sottoposta a tensione: sembra non appartenerci più.

La democrazia e il paradosso dell’uno vale uno

Il vulnus più castrante di ogni democrazia è la regola ineliminabile dell’uno vale uno. Se da un lato rappresenta il fondamento del principio di uguaglianza, dall’altro può generare rallentamenti, inciampi e complicazioni applicative: il voto di un mentecatto vale quello di un genio. Tuttavia, questo limite è ben poca cosa rispetto alla dittatura di uno solo al comando, dove gli oppositori vengono semplicemente eliminati.

Eppure, la più grande democrazia del mondo ha saputo reggere a questa apparente debolezza e superarla. Dalla Costituzione approvata a Filadelfia nel 1787 ed entrata in vigore nel 1789 – lo stesso anno della Rivoluzione Francese – ai primi dieci emendamenti (gli United States Bill of Rights), gli Stati Uniti hanno costruito un sistema fondato sulle libertà civili e individuali.

Situata all’ingresso del porto sul fiume Hudson, al centro della baia di Manhattan, la Statua della Libertà – dono della Francia nel 1885 – è diventata un mito per l’America e un simbolo per il mondo libero. La speranza è che possa restare tale anche oggi e in futuro, per l’Europa, per i popoli oppressi e per tutti coloro che credono nella libertà e nell’amicizia con gli Stati Uniti.

Il legame tra Europa e America è in pericolo?

L’alleanza tra i due continenti non è solo militare o economica, ma espressione di una visione condivisa della Storia e del mondo. Tuttavia, ci si chiede se questi solidi legami sopravvivranno ai conflitti che infiammano il pianeta, in particolare alla guerra in Ucraina, invasa e martoriata da tre anni.

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump segnano una frattura netta rispetto al sostegno sempre garantito dal suo predecessore Joe Biden. Ma al di là delle divisioni politiche interne agli USA, ciò che emerge è una possibile inversione di tendenza, che potrebbe portare a un nuovo ordine mondiale basato sulla marginalizzazione dell’Europa e sulla resa dell’Ucraina.

La propaganda filoputiniana sembra aver influenzato questo cambio di rotta. Non riguarda solo Trump, ma anche il suo entourage, da Elon Musk a Marco Rubio e J.D. Vance. Troppi segnali indicano una direzione inaspettata e preoccupante.

Trump e il nuovo linguaggio della Casa Bianca

Dalla Conferenza di Monaco alle interviste rilasciate alla stampa, le dichiarazioni di Trump e del suo vice segnalano una svolta drammatica: Zelensky viene insultato e delegittimato, la guerra in Ucraina viene ribaltata nei suoi presupposti, e si prospetta persino una possibile futura annessione del paese alla Russia.

Non una parola sul massacro dei civili, sulla deportazione dei bambini, sull’invasione russa iniziata unilateralmente il 24 febbraio 2022. Nemmeno sul fatto che, mentre Putin parla di pace, continua a bombardare l’Ucraina senza sosta e senza pietà.

Improvvisamente e drammaticamente, l’Ucraina si ritrova senza il sostegno degli Stati Uniti, mentre l’Europa appare stordita e confusa, incapace di trovare una linea comune.

Trump, Putin e la deriva dell’Occidente.

Le uscite di Trump non sono solo il frutto di una personalità aggressiva e dirompente. Come ha sottolineato Federico Fubini in un recente intervento televisivo, molte analisi politiche dovrebbero essere valutate anche da uno psicanalista. Ma al di là delle interpretazioni caratteriali, il dato di fatto è che la visione di Trump oggi coincide in modo inquietante con quella di Putin.

L’Ucraina è diventata un fardello da scaricare per stabilire un nuovo ordine mondiale bipolare. Un errore storico di cui gli USA pagheranno il prezzo, insieme all’intero Occidente. Il protezionismo, l’isolazionismo e i dazi commerciali sono solo il preludio a un riequilibrio geopolitico che potrebbe compromettere la stabilità del pianeta.

L’Europa davanti a una scelta cruciale

L’Ucraina e l’Europa sono state tradite dalla Casa Bianca e messe all’angolo. L’idea stessa di democrazia è stata tradita. Quella di Trump non è più la nostra: i valori che dal dopoguerra ci hanno resi amici e alleati sono stati unilateralmente calpestati.

Lui e Putin parlano la stessa lingua, e questa fase critica non porterà a una pace giusta. Ora tocca all’Europa dimostrare consapevolezza dei rischi che corre, se l’Ucraina dovesse ritrovarsi con gli Stati Uniti come nemici anziché alleati.

Anche in Italia, dove il filoputinismo ha trovato terreno fertile, siamo attesi da scelte decisive. Riguardano l’Unione Europea, ma anche le alleanze interne e il posizionamento politico. La domanda è semplice ma ineludibile: chi vogliamo essere, cosa vogliamo dire, e da che parte vogliamo stare in questa fase buia della Storia?