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Ucraina, le terre rare: cosa sono e perché fanno gola a Trump

Roma, 26 feb. (askanews) – I minerali delle cosiddette terre rare sono metalli e altre materie prime necessarie per la produzione di prodotti ad alta tecnologia, in particolare quelli associati alla transizione energetica verde, ma anche all’elettronica di consumo, a infrastrutture di intelligenza artificiale e armi.

La corsa per affrontare la crisi climatica e abbandonare i combustibili fossili ha innescato una vera e propria caccia ai minerali di transizione energetica come cobalto, rame, litio e nichel, utili per l’elettrificazione dei trasporti e la costruzione di turbine eoliche. Gli stessi minerali, assieme ad altri, vengono utilizzati anche per la fabbricazione di telefoni cellulari, data center di intelligenza artificiale e armamenti come i caccia F-35, rendendoli molto richiesti.

Con la trasformazione dell’economia e della tecnologia mondiale, il valore di questi minerali è salito alle stelle e la competizione geopolitica per accedervi è in aumento. Nel 2023, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha stimato che il mercato dei minerali per la transizione energetica aveva raggiunto 320 miliardi di sterline nell’anno precedente, il doppio del suo valore cinque anni prima. E se i paesi implementeranno pienamente i loro impegni per l’energia pulita e il clima, si prevede che la domanda raddoppierà entro il 2030 e triplicherà entro il 2040, secondo la stessa Agenzia internazionale per l’Energia.

ELEMENTI DELLE TERRE RARE: COSA SONO

Gli elementi delle terre rare (REE) sono un sottoinsieme di 17 minerali critici che sono variamente indispensabili per telefoni cellulari, veicoli elettrici, sistemi di guida missilistica e altre applicazioni elettroniche, industriali ed energetiche. Nonostante il loro nome, la maggior parte degli elementi delle terre rare non sono particolarmente ‘rare’, ma la loro estrazione e raffinazione sono esgtremamente difficili e altamente distruttive per l’ambiente. Ciò significa che la produzione è concentrata in pochissimi luoghi del mondo. Il principale produttore è la Cina. Grandi quantità di questi minerali si trovano anche in Ucraina e in Russia.

In particolare, di questi sottoinsiemi di terre rare fanno parte l’europio, utilizzato nelle barre di controllo delle centrali nucleari; il disprosio, il gandolinio e il praseodimio, utilizzati nei magneti dei comuni telefoni cellulari; il gadolinio, l’olmio e l’itterbio, utilizzati tra le altre cose nei laser.

L’ELENCO STATUNITENSE DEI MINERALI CRITICI

Nel 2022, l’US Geological Survey (USGS) ha pubblicato un elenco di 50 minerali, dall’alluminio allo zirconio, che considerava “svolgere un ruolo significativo per sicurezza nazionale, economia, sviluppo delle energie rinnovabili e infrastrutture”. Tra gli elemtni inclusi, figurano l’arsenico, per i semiconduttori; il berillio, utilizzato come agente di lega nell’industria aerospaziale e della difesa; il cobalto, il litio e la grafite, fondamentali per la produzione di batterie; l’indio, che fa sì che gli schermi rispondano al tocco di un dito; e il tellurio, utilizzato per la generazione di energia solare.

L’Energy Act degli Stati Uniti stabilisce tra l’altro che l’elenco statunitense deve essere aggiornato ogni tre anni, il che significa che quest’anno sarà sottoposto a revisione.

QUALI MINERALI ESSENZIALI HA L’UCRAINA

Un articolo del 2022 della presidente dell’Associazione dei geologi ucraini, Hanna Liventseva, affermava che il suo paese conteneva circa il 5% delle risorse minerarie mondiali, nonostante coprisse solo lo 0,4% della superficie del globo, grazie a una geologia complessa che comprende tutti e tre i componenti principali della crosta terrestre.

Secondo i dati dell’Ucraina stessa, citati da Reuters, il paese ha depositi di 22 dei 34 minerali identificati come critici dall’Unione europea, tra cui terre rare come lantano, cerio, neodimio, erbio e ittrio.

Prima dello scoppio della guerra con la Russia, l’Ucraina era un fornitore chiave di titanio, producendo circa il 7% della produzione globale nel 2019, secondo una ricerca della Commissione europea. Ha anche rivendicato 500.000 tonnellate di riserve di litio e un quinto della grafite mondiale, un componente cruciale delle centrali nucleari.

LE RISERVE UCRAINE NEI TERRITORI OCCUPATI DA MOSCA

Con la Russia che controlla circa un quinto del territorio ucraino, gran parte delle riserve di Kiev sono andate perdute. Secondo le stime dei think tank ucraini, fino al 40% delle risorse metalliche dell’Ucraina sono sotto occupazione. Le truppe russe occupano anche almeno due dei depositi di litio dell’Ucraina, uno a Donetsk e un altro a Zaporizhzhia. Mosca ha proposto all’amministrazione Trump lo sfruttamento congiunto di questi minerali. La Federazione ha riserve di terre rare, ma non le tecnologie avanzate per estrarle a livello industriale e neppure i mercati su cui piazzarle.

LE AMBIZIONI DI TRUMP…E LA CINA

C’è una grande ragione per cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è così desideroso di mettere le mani sui minerali essenziali dell’Ucraina: la Cina. Più che mai, la superpotenza asiatica può essere considerata la fabbrica di terre rare del mondo. Trovare un canale alternativo, ovunque nel globo, per l’estrazione e la lavorazione dei minerali essenziali dal terreno, rimane dunque per gli Stati Uniti un punto irrinunciabile nella catena di approvvigionamento.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’Energia, la quota di raffinazione della Cina è di circa il 35% per il nichel, del 50-70% per litio e cobalto e quasi del 90% per le terre rare. Il suo predominio in quest’ultimo settore, in particolare, è schiacciante. Secondo i dati USGS, nel 2024 la Cina rappresentava infatti quasi la metà delle riserve mondiali di terre rare.