Roma, 28 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontra oggi Donald Trump a Washington, dove è arrivato ieri sera e dove firmerà l’accordo con gli Usa sullo sfruttamento delle terre rare e di altre risorse naturali, che Kiev vede come una leva per garantirsi ulteriori aiuti militari americani e qualche forma di garanzia di sicurezza per il dopo-tregua. Alle ore 11 locali, le 17 in Italia, Zelensky arriverà alla Casa Bianca per un bilaterale, seguito da un pranzo che l’agenda presidenziale statunitense fissa alle ore 11.35, poi la conferenza stampa alle 19 italiane, le 13 nella capitale federale statunitense. Tempi stretti, che potrebbero indicare un accordo già strutturato, malgrado le incertezze dei giorni scorsi, non del tutto chiarite.
Mercoledì, il premier ucraino Denys Shmyhal ha dichiarato che l’intesa preliminare prevede la creazione di un “fondo di investimento” per la ricostruzione dell’Ucraina. Kiev e Washington gestirebbero il fondo a “parità di condizioni”, contribuendo al 50% dei futuri proventi delle risorse minerarie, del petrolio e del gas di proprietà dello Stato ucraino; il fondo investirebbe poi in progetti in Ucraina stessa. Zelensky ha confermato l’idea del fondo, ma ha dichiarato anche è “troppo presto per parlare di soldi”.
Il New York Times ha riferito di una bozza di documento secondo cui gli Stati Uniti possederanno la quota massima del fondo consentito dalla legge statunitense, ma non necessariamente tutto. Inizialmente l’amministrazione Trump aveva chiesto all’Ucraina 500 miliardi di dollari in ricchezze minerarie, una richiesta respinta da Zelensky e poi abbandonata.
Zelensky ha anche spinto affinché l’accordo includesse una solida garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti, ma ieri Trump ha suggerito che l’accordo stesso sarebbe servito come “backstop”, ovvero come assicurazione che gli Usa veglieranno sul rispetto dei patti (e suoi propri interessi).
Un simile ragionamento sembra ispirare la proposta fatta dal Cremlino di cedere agli Usa diritti di proprietà sullo sfruttamento delle terre rare nei territori ucraini dichiarati annessi e che Mosca non ha nessuna intenzione di rimettere sul piatto. A questo punto è sembrato far riferimento Trump quando ha detto, alla prima riunione del suo governo, che “Putin è un tipo scaltro” e Kiev deve scordarsi l’ingresso nella Nato. Nelle regioni occupate, che la Russia chiama “nuovi territori” è racchiusa circa la metà delle terre rare ucraine.
La ricaduta dell’incontro di oggi e i risultati di quello, ieri, tra il premier britannico Keith Starmer e il presidente Trump alla Casa Bianca saranno al centro del vertice ristretto a Londra tra leader europei, che prevede anche la partecipazione di Zelensky. Ieri Trump ha ammorbidito i toni nei confronti del leader ucraino, mostrandosi sorpreso quando gli hanno chiesto se lo considera davvero “un dittatore”, come ha affermato nei giorni scorsi: “davvero ho detto questo?”, ha esclamato.