È stata una scena degna di un western, con lo Studio Ovale ridotto a saloon e lo sceriffo che spara sul forestiero. Volodymyr Zelensky? Un “irrispettoso”. E poi, “o fate un accordo o noi ce ne tiriamo fuori”. I toni usati ieri da Donald Trump nei confronti del presidente ucraino fanno alzare ancora la tensione intorno ai negoziati per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina. Le parole del Presidente Usa sono state lette con preoccupazione anche a Palazzo Chigi, senza che ciò dia forma per adesso a una chiara presa di posizione. Dal governo italiano, infatti, non viene l’espressione di quella solidarietà che a Zelensky – un gigante di dignità e fermezza – è stata prontamente offerta da Macron, Starmer, Merz, von der Leyen, Tusk e altri leader europei. Un segnale inequivoco di come il Vecchio Continente, con l’eccezione dell’Ungheria di Orbán, consideri inaccettabile la posizione di Wahington
“Ogni divisione dell’Occidente – ha detto in serata Giorgia Meloni – ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”.
È comprensibile l’imbarazzo della Premier di fronte alla brusca inversione di rotta dell’amministrazione americana. Un’opposizione responsabile potrebbe anche venirle incontro, ma servirebbe un suo gesto politico, all’insegna della necessaria unità del Paese di fronte a questa emergenza, per avvicinare le posizioni. È probabile che nel le prossime ore il Quirinale faccia valere con discrezione questa ragione di opportunità.
Un’ultima considerazione riguarda l’attore principale della brutta storia di ieri. Perché Trump ha voluto umiliare il Presidente ucraino? Perché lo ha fatto nel modo più inverosimile, senza dubbio sprezzante, sotto lo sguardo del mondo intero? Non è solo questione di carattere, né di peculiare tecnica negoziale: evidentemente c’è dell’altro, forse il bisogno di mandare un avviso al cosiddetto deep state. Sembra che da quelle parti si lasci filtrare un qualche malumore per l’imprevedibilità della condotta presidenziale. Se così fosse, il gesto di tracotanza esibita da Trump sarebbe un’ammissione indiretta di nervosismo e debolezza. Intanto Putin ringrazia…