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lunedì, Marzo 3, 2025
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Fine della storia? Un abbaglio. E ora, quale nuovo pensiero?

Intervento svolto a Roma, presso l’Università Link, venerdì 28 febbraio scorso, in occasione del dibattito su “Una Camaldoli europea?”, a sua volta originato dalla pubblicazione de “L’invenzione dell’economia pubblica italiana” (Eurilink editore).

Per la pluralità dei contributi e il complessivo filo interpretativo, ritengo fondamentale il volume presentato su Camaldoli (L’invenzione dell’economia pubblica italiana), curato da Stefano Baietti e promosso da Vincenzo Scotti. Innanzitutto vorrei sottolineare che, proprio esaminando i contenuti della precedente vasta ricerca su “gli anni della prepolitica 1941-1945”, l’Istituto Stato e Partecipazione, presieduto da Francesco Carlesi, sta conducendo una ricerca, alla quale collaboro, su un momento particolare di quegli anni decisivi.

Mi riferisco al rapporto tra Donato Menichella e Andrew Kamarck, in Italia già nel 1943 come rappresentante della Commissione alleata di controllo. Essendo anche un economista aveva l’incarico di esaminare se l’Iri fosse o no un prodotto dell’ideologia fascista, per giudicarne la permanenza o meno nella struttura economica dell’Italia. La valutazione, come sappiamo, fu positiva. Vogliamo indagare se questo esito fu dovuto semplicemente all’abilità di Menichella o se derivò per gli effetti di un’affinità tematica tra la cultura Iri e il volontarismo americano e le culture che avevano dato vita al New Deal.

Riflettendo su tale periodo possiamo comprendere come tutto ciò abbia suscitato la curiosità di Amintore Fanfani che lo analizzò con alcune specifiche pubblicazioni. Peraltro queste ricerche possono contribuire a rivelare che l’America non può essere considerata semplicemente il bacino del “liberismo puro”. Ciò potrebbe, ad avviso di chi parla,  contribuire a spiegare tanti aspetti, anche attuali, della situazione politica negli Stati Uniti. Ci rendiamo conto che, una volta avviata questa ricerca, sarà fondamentale elaborare valutazioni adeguate. In secondo luogo mi interessa molto l’accenno alla “terza via”.

Vanoni in verità preferiva dire “la nostra via”, fornendo così una caratterizzazione concreta che andava oltre la mera espressione economica. Oggi siamo chiamati a ragionare sul fallimento dell’idea di “fine della storia”, da cui potrebbe derivare una riflessione riguardo all’egemonia del liberalismo. È inoltre importante riconoscere che il condizionamento della scena internazionale non derivi solo dall’economia produttiva o dalle grandi concentrazioni economiche come la Cina, intesa come “fabbrica del mondo”, ma anche e soprattutto dall’influenza della finanza rispetto all’economia reale. In questo senso il contributo di oggi è fondamentale per valutare tali tematiche, che rappresentano alcune delle ragioni collegate allo scenario internazionale ed ai cambiamenti sociali a cui stiamo assistendo.

Le riflessioni in merito si presentano generalmente come piuttosto limitate e si concentrano principalmente su una descrizione superficiale di ciò che sta avvenendo nella stessa America. Anche in questo caso ritorna una questione che, al contrario, meriterebbe di essere meglio approfondita circa le cause e le radici degli sviluppi ai quali stiamo assistendo.

 

Pietro Giubilo, già Sindaco di Roma, svolge un’intensa attività pubblicistica. Formatosi alla scuola di Baget Bozzo, coltiva l’idea di un umanesimo idealmente fondato sulla tradizione della Chiesa.