Roma, 26 mar. (askanews) – Piuttosto che perdersi in dibattiti su quale sia lo sfuggente livello neutrale dei tassi, per decidere le sue future mosse la Banca centrale europea deve seguire un approccio “pragmatico” e usare come riferimento le previsioni sull’inflazione e sull’economia in generale. Lo sostiene il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta in un articolo pubblicato oggi sul Financial Times, intitolato “La Bce deve restare pragmatica nelle decisioni sui tassi di interesse”.
Come tutti i suoi pari nell’area euro, Panetta partecipa al Consiglio direttivo della Bce che, ogni sei settimane, decide i parametri chiave della politica monetaria comune, innanzitutto fissando i tassi di riferimento. Dopo le riduzioni effettuate negli ultimi mesi, il dibattito è andato focalizzandosi sempre più su quale sia il livello di neutralità dei tassi, in particolare su quello che gli economisti chiamano R-star, il livello a cui la linea monetaria non ha effetti né espansivi né restrittivi sull’economia.
Il problema è che “R-star è invisibile e si muove. Si sposta nel corso del tempo – scrive Panetta – plasmato da forze strutturali come la demografia, i progressi tecnologici e le preferenze sui rischi. Peggio ancora, può essere stimato solo attraverso modelli o indagini caratterizzati da incertezza. Per l’area euro le stime attuali spaziano tra l’1,5 e il 2,5% in termini nominali”.
Quindi, cercare di usare questa misura ipotetica ora che si ritiene che i tassi siano diventati “notevolmente meno restrittivi” nell’area euro risulterebbe molto problematico. Il banchiere centrale fa il paragone con il sistema di geolocalizzazione satellitare GPS, se ci fosse un margine di errore di 5 km e si è distanti 500 km dalla destinazione la direzione di marcia “è chiara”, ma ma quando ci si avvicina a pochi chilometri dalla meta, la scarsa precisione diventa problematica.
Per questo “quando i tassi di interesse si avvicinano alla neutralità, bisogna focalizzarsi sulle previsioni di inflazione e sulle prospettive macroeconomiche”. Se i tassi di interesse si trovano in quella che Panetta chiama “l’area grigia” del R-star e l’inflazione sta calando verso l’obiettivo e la crescita economica resta debole “è plausibile che la politica monetaria risulti ancora restrittiva”, prosegue.
Il livello di neutralità dei tassi può essere utile per valutare il quadro complessivo “ma non deve dettare la linea”. E “in questa fase – insiste – le previsioni di inflazione forniscono un riferimento migliore”. Al momento la debolezza economica sta creando pressioni a ribasso sull’inflazione e “una stagnazione prolungata potrebbe spingerla al di sotto dell’obiettivo del 2% della Bce. Le tensioni globali potrebbero scoraggiare ulteriormente consumi e investimenti”.
D’altro canto Panetta riconosce che vi sono nuovi elementi di incertezza rilevanti, tra cui lo “spettro dei dazi commerciali” annunciati dall’amministrazione Trump “che dominano tra le notizie. Nel frattempo la sospensione del freno all’indebitamento in Germania e i piani per una difesa europea comune potrebbero introdurre grandi stimoli di bilancio”.
“Gli shock sono abbondanti e lungi dal dissiparsi. In questo contesto fissarsi sul sé la linea vada giudicata come ‘restrittiva’, rischia di sbilanciare l’attenzione sulla galassia R-star laddove bisognerebbe focalizzarsi sull’orizzonte dell’inflazione, e sul se la linea sia appropriata per raggiungere l’obiettivo del 2%. La Bce – conclude Panetta – deve restare pragmatica e basare le sue decisioni sui dati”.