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Dazi, Pechino ha scelto l’uomo chiave: ecco chi condurrà i negoziati con gli Usa

Roma, 16 apr. (askanews) – Tra Pechino e Washington volano insulti, s’impongono dazi, si minacciano chiusure. Ma, al di là delle dichiarazioni, alla fine a trattare saranno persone: funzionari e politici che, una volta seduti al tavolo, dovranno trovare punti di caduta e mediazioni. La Cina oggi ha scelto l’uomo che dovrà condurre per suo conto la partita e la decisione appare essere stata quella di una personalità di esperienza e dai vasti legami: Li Chenggang.

Il nuovo rappresentante per il commercio internazionale presso il Ministero del Commercio (Mofcom) ha 58 anni e sostituirà Wang Shouwen, 59 anni, che aveva partecipato alle negoziazioni per l’accordo commerciale del 2020 tra le due più grandi economie del mondo.

Formalmente, il titolare del negoziato per Pechino, è il vicepremier He Lifeng, responsabile per gli affari economici tra Cina e Stati uniti. Tuttavia, il tecnico, l’uomo chiamato a trovare le concrete e operative soluzioni di mediazione, sarà proprio il rappresentante per il commercio internazionale del Mofcom.

Li vanta decenni di esperienza nella gestione di negoziazioni internazionali all’interno del Mofcom, oltre ad aver ricoperto il ruolo di rappresentante della Cina presso l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) dal 2021.

La sua formazione non è tanto economica, quanto giuridica: un uomo di parole più che di numeri. Possiede una laurea in giurisprudenza conseguita presso l’Università di Pechino e un master in economia del diritto ottenuto presso l’Università di Amburgo, in Germania.

Sebbene non sia stato chiarito il motivo preciso del cambio di cavallo, alcuni analisti hanno commentato che la scelta potrebbe essere un segnale del fatto che Pechino intende ottenere una svolta nelle trattative con gli Stati uniti per un eventuale accordo che ponga fine alla guerra commerciale. Li potrebbe essere – secondo quanto ha detto Alfredo Montufar-Helu, consulente senior del China Center presso il gruppo di ricerca statunitense The Conference Board al South China Morning Post – l’uomo “in grado di rompere il punto morto nelle trattative”.

Con la sua esperienza a Ginevra, presso il WTO, l’uomo ha instaurato contatti e legami con i principali stakeholder governativi, ivi compresi quelli dell’amministrazione statunitense.

La nomina arriva nel momento di massima furia retorica da parte del presidente Usa Donald Trump contro Pechino e di reazioni dure da parte cinese. Il presidente statunitense Donald Trump ha aumentato le tariffe sui prodotti cinesi del 145% da quando è tornato in carica a gennaio, inducendo Pechino a rispondere con i propri dazi ritorsivi.

“La palla è nel campo della Cina. La Cina deve concludere un accordo con noi. Noi non siamo obbligati a fare un accordo con loro”, ha dichiarato ieri la portavoce della Casa bianca Karoline Leavitt, leggendo quello che, secondo lei, era un comunicato dettato da Trump.

La nomina di Li sarebbe, secondo alcuni osservatori, rassicurante anche il WTO e molti Paesi più piccoli che fanno affidamento sul sistema commerciale globale basato su regole.

Durante il suo mandato al WTO, Li è stato esplicito nel comunicare l’opposizione di Pechino alle politiche tariffarie di Trump. “Il mondo si trova ad affrontare una serie di shock tariffari”, aveva avvertito Li a febbraio durante una riunione del Consiglio generale del WTO. “Gli Stati uniti stanno violando le regole del WTO in maniera unilaterale, arbitraria e palese. La Cina si oppone fermamente a tali misure”. Ma questa è la posizione ufficiale cinese, a negoziati ancora non avviati. Poi bisogna vedere come ci si accomoderà al tavolo.