Roma, 16 apr. (askanews) – Al via il dibattito pubblico per mettere in sicurezza il fiume Paglia, principale affluente del Tevere, che attraversa Toscana, Lazio e Umbria. Si vogliono ridurre le portate di piena e i danni economici connessi agli eventi estremi ed anche incrementare la disponibilit di acqua nei periodi di siccit, contribuendo cos anche alla resilienza delle colture agricole e alla tutela dell’ecosistema fluviale.
Motore dell’iniziativa, che di salvaguardia e non solo, l’Autorit di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. Il segretario generale Marco Casini spiega: “Le alternative progettuali sono diverse, ci sono 7 vasche di laminazione ed una diga ed il dibattito pubblico servir proprio a capire quale sia la soluzione migliore da portare avanti. In relazione a questo deriveranno anche i tempi. Se ci saranno pi opere da realizzare pi lunghi saranno i tempi. Certamente la parte delle autorizzazioni e dei finanziamenti avr la sua importanza ed il suo peso. Noi per febbraio 2026 concluderemo la prima fase della progettazione, a valle della quale potremmo iniziare quella di livello successivo che porter poi alla realizzazione delle opere, secondo lotti dalla pi immediata sino all’ultima”.
Prevenire il rischio idraulico e gestire in modo integrato le risorse idriche. Come fare? E quanto sar importante per il territorio?
Manuela Rinaldi, assessore ai lavori pubblici Regione Lazio, risponde: “Importante perch, soprattutto per la nostra Capitale. Perch la messa in sicurezza del fiume Paglia e dei sistemi di invaso, con queste proposte progettuali dell’Autorit di bacino che saranno presentate con il Dibattito pubblico, sono necessarie per salvaguardare la parte nord della provincia di Viterbo fino ad arrivare al fiume Tevere. Il Paglia uno dei fiumi che a carattere torrentizio con pi portata d’acqua nel Tevere”.
Le esondazioni del fiume Paglia sono sempre pi frequenti, ci sono state nel 2010 e nel 2012. L’erosione delle sponde; le poche aree naturali di laminazione; la scarsa permeabilit del suolo; ed un regime fluviale tipicamente torrentizio, fanno il resto.
Il segretario generale Casini aggiunge: “Il clima oggi ci espone a fenomeni estremi sempre pi frequenti. Ormai i dati che abbiamo ci danno la certezza del fatto che ogni anno si alternano periodi di carenza d’acqua, di grande siccit, ad altri in cui tutta insieme l’acqua viene gi in poche ore, in pochi giorni. In questi casi un fiume come il Paglia ha gi dimostrato di poter andare facilmente in piena e quindi creare danni all’area fino al Tevere. L’importanza di quest’opera deriva anche dal fatto che la pressione climatica oggi tale che fenomeni ed episodi come quelli che sono gi avvenuti possono ripetersi con frequenze sempre pi importanti e sempre pi rapide”.