Roma, 18 apr. (askanews) – Il dono della pace per “tutte le nazioni” e “per chi è invisibile e senza voce”; la pace e l’unità per la Chiesa; la supplica per le persone schiacciate da “un’economia che uccide”: sono gli spunti più importanti al centro delle meditazioni e delle preghiere per la Via Crucis di questa sera al Colosseo, a Roma, scritte da Papa Francesco.
Nella III stazione (Gesù cade per la prima volta), la meditazione del Papa è incentrata sulle diseguaglianze economiche: “La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo è qui, si è abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra. Ci raccontano, i costruttori di Babele, che non si può sbagliare e chi cade è perduto. È il cantiere dell’inferno. L’economia di Dio invece non uccide, non scarta, non schiaccia. È umile, fedele alla terra. La tua via, Gesù, è la via delle Beatitudini. Non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce”. “Venga il tuo Regno” è la preghiera che si rivolge a Dio “per coloro che si sentono falliti. A contestare un’economia che uccide. A ridare forza a chi è caduto. Nelle società competitive e fra chi insegue i primi posti. In chi giace alle frontiere e sente finito il suo viaggio”.
“Tu sei, Gesù, il Signore della gioia. In te siamo tutti ritrovati e portati a casa, come l’unica pecora che si era smarrita. Disumana è l’economia in cui novantanove vale più di uno. Eppure, abbiamo costruito un mondo che funziona così: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili. La legge della tua casa, economia divina, è un’altra, Signore. Volgerci a te, che cadi e ti rialzi, è un cambio di rotta e un cambio di passo. Conversione che ridona gioia e ci porta a casa”, scrive ancora Papa Francesco nella meditazione per la VII stazione (Gesù cade per la seconda volta). E ancora per l’VIII stazione (Gesù incontra le donne di Gerusalemme): “Esiste un pianto in cui tutto rinasce. Occorrono, però, lacrime di ripensamento, di cui non vergognarsi, lacrime da non rinchiudere nel privato. La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza. Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo più nulla e poi tutto crolla. La fede, invece, sposta le montagne. Monti e colli non ci cadono addosso, ma in mezzo a loro si apre una strada. È la tua strada, Gesù: una via in salita, su cui gli apostoli ti hanno abbandonato, ma le tue discepole – madri della Chiesa – ti hanno seguito”.
“Se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme”, si legge nella meditazione per la X stazione della Via Crucis (Gesù è spogliato delle vesti), con la preghiera “Dona alla tua Chiesa pace e unità”.
“Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni” è invece una parte della meditazione per la XIV stazione (Gesù è deposto nel sepolcro). La preghiera recita: “Venga la tua pace”, “Per i giusti e per gli ingiusti”, “Per chi è invisibile e senza voce”, “Per chi non ha potere né denaro”, “Per chi attende un germoglio giusto”.