Roma, 18 apr. (askanews) – Il maxi pacchetto di spesa pubblica in deficit concordato dalla nuova coalizione di governo in Germania “ci fa sperare in grandi progressi sull’economia” e “ci consente di finanziare qualunque aumento della spesa in difesa che dovesse essere concordato al vertice Nato di giugno”. Lo dichiara il ministro delle Finanze uscente, il socialdemocratico Joerg Kukies in una intervista al Financial Times.
Secondo il quotidiano, l’ex banchiere di affari di Goldman Sachs è stato uno degli artefici del piano, che si basa sulle modifiche ai limiti costituzionali al deficit che i cristianodemocratici del premier in pectore, Friedrich Merz, ha fatto approvare con il sostegno di socialdemocratici e verdi all’ultimo minuto dal Parlamento uscente. Una manovra per estromettere dal governo la destra di Alternative fur Deutschland, tra i vincitori delle passate elezioni assieme alla Cdu, mentre Spd e Verdi ne sono usciti sconfitti.
E nella lunghissima intervista – in cui si fatica a trovare elementi di finanza e economia tra le minuziose descrizioni delle specialità culinarie della cena in cui è avvenuta la conversazione – Kukies rivela che uno degli obiettivi del piano è anche quello di far cambiare idea agli elettori di Afd. “Posso sperare – afferma – che con il pacchetto convinceremo il pubblico che non offrono semplicemente nessuna soluzione”.
Il piano verte principalmente sull’aumento delle spese in armamenti e infrastrutture. Alle recenti elezioni Afd ha ottenuto un risultato record, superando il 20% e risultando secondo partito più votato dopo la Cdu (28,6%), con una linea di ostilità all’immigrazione, contro l’Unione europea e per cercare di normalizzare i rapporti con la Russia. Secondo Kukies da “gruppo di professori euroscettici” è mutato in un movimento “molto pericoloso, totalmente pro Russia”.
Il ministro delle Finanze, poi, racconta che una delle maggiori preoccupazioni mentre si stava lavorando al pacchetto di stimoli era rappresentato dal timore che si scatenasse uno scenario “alla Liz Truss”, la ex premier britannica spazzata via a tempi record a seguito della tempesta dei mercati sui titoli pubblici Gb, che si era innescata dopo il suo piano di spese in deficit. Per questo in Germania sono state tenute “tante discussioni con chi compra i nostri titoli di Stato. Siamo stati in grado di calibrare le cose con alcuni grandi investitori”, riferisce.
E all’annuncio del maxipiano ci sono state, sì, forti vendite sui titoli di Stato della Germania, con speculari aumenti dei rendimenti che, a cascata, hanno innescato aumenti dei tassi su tutte le emissioni pubbliche dell’area euro (Kukies racconta che alcuni ministri dell’area euro lo hanno ringraziato scherzosamente per questo). Ma accompagnate da balzi dei mercati azionari e da un rafforzamento dell’euro, mentre i differenziali tra titoli di Stato non si sono allargati. A differenza di quanto avvenuto nella vicenda Truss, in cui le tensioni si erano maggiormente diffuse. Lo scoglio dei mercati sembra superato, quindi. “Ora ci serve la crescita”, conclude il ministro tedesco.