21.8 C
Roma
lunedì, 5 Maggio, 2025
HomeAskanewsRomania al bivio dopo la vittoria di Simion, decisivo il ballottaggio del...

Romania al bivio dopo la vittoria di Simion, decisivo il ballottaggio del 18 maggio

Roma, 5 mag. (askanews) – In Romania, il primo turno della ripetizione delle elezioni presidenziali ha confermato una svolta a favore della destra sovranista, con George Simion oltre il 40% dei voti. Il leader del partito AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni) afffronterà il centrista Nicusor Dan, sindaco di Bucarest (fermo al 21% circa) nel ballottaggio del prossimo 18 maggio che, più che una sfida tra candidati, si profila come una scelta esistenziale per la traiettoria geopolitica del Paese.

Simion è riuscito a catalizzare un’ampia fetta dell’elettorato grazie a una campagna fortemente anti-establishment, nazionalista. I suoi messaggi di stampo sovranista e carichi di simboli patriottici hanno fatto breccia in un paese che si conferma stanco dei partiti tradizionali. Il suo successo travolge infatti anche il candidato sostenuto dalle formazioni di governo (PSD e PNL), Crin Antonescu, escluso dal secondo turno nonostante ingenti risorse e una solida rete locale.

Ma la sorpresa più grande è forse il massiccio sostegno ricevuto da Simion anche dai romeni residenti in Europa occidentale, un bacino elettorale che tradizionalmente votava per opzioni moderate e filoeuropee. In Italia, Spagna e Germania ha stravinto, mentre Dan ha raccolto maggiori consensi tra gli elettori romeni in Moldavia e negli Stati Uniti.

Descritto dai suoi sostenitori come “il Trump della Romania”, Simion incarna una nuova destra populista, ispirata esplicitamente al modello americano MAGA. L’aspirante presidente ha dichiarato fedeltà al controverso ex candidato presidenziale Calin Georgescu, escluso dal primo turno e sotto indagine per sospetti legami con Mosca. La promessa di nominarlo primo ministro in caso di vittoria ha certamente contribuito al successo elettorale ieri.

Il nodo centrale della candidatura di Simion non è solo la politica interna, ma la visione internazionale del paese, seppur in modo meno netto rispetto all’escluso Georgescu: in pratica si dichiara formalmente favorevole alla NATO, ma respinge ogni ruolo attivo della Romania nel conflitto ucraino. In ogni caso è accusato da Kiev di “attività antiucraine” e propone un approccio di minore impegno, riducendo gli aiuti militari e invocando una soluzione negoziata. È inoltre apertamente ostile all’Unione Europea, che considera oppressiva per la sovranità nazionale.

Per i critici delle posizioni di Simion, una sua vittoria rappresenterebbe una vera cesura nella storia recente del paese. Il politologo Sergiu Miscoiu ha parlato apertamente di “disastro per l’Europa e la NATO”, qualora la Romania passasse dalla linea filo-occidentale a un fronte euroscettico e illiberale. Anche Nicusor Dan, nel commentare i risultati del primo turno, ha sottolineato che il ballottaggio non sarà solo una competizione tra due uomini, ma uno scontro tra due idee opposte di Romania: una moderna, aperta, occidentale; l’altra chiusa, reazionaria, nostalgica.

In vista del ballottaggio, Dan può contare sull’appoggio ufficiale dell’USR e dei liberali europei (Renew Europe), ma ha bisogno di un ampio fronte democratico che includa anche i voti degli elettori PSD e PNL, i quali al momento appaiono indecisi. Crin Antonescu ha invitato i suoi a scegliere “chi meglio rappresenta i loro valori”, senza fornire un appoggio esplicito. Simion, dal canto suo, spera nel voto degli elettori di Victor Ponta (14%), un altro candidato sovranista.

Il 18 maggio, dunque, il voto potrà decidere la collocazione della Romania nel progetto europeo e di difesa atlantica, o piuttosto come nuova tessera del blocco di paesi guidati da leader populisti e nazionalisti. Il risultato potrebbe ridisegnare gli equilibri dell’Est Europa e mettere alla prova la tenuta dell’Unione e della NATO, che sulla Romania conta per il controllo del Mar Nero e per rafforzare la sua presenza al confine con l’Ucraina.