22.9 C
Roma
lunedì, 12 Maggio, 2025
Home GiornaleLe “bannonate” contro il Vaticano lasciano indifferente il cattolico Salvini

Le “bannonate” contro il Vaticano lasciano indifferente il cattolico Salvini

Bannon, l’ex stratega di Donald Trump e guru planetario dell’ultra destra, ha definito un complotto - contro Trump - l’elezione di Papa Leone XIV. Salvini, in piazza San Pietro con la Le Pen, fa finta di niente.

Evviva il Papa. Con un selfie, insieme alla Le Pen, Salvini ha sfoggiato ieri in piazza San Pietro il suo allineamento al messaggio del nuovo Pontefice. Pacifista Leone XIV, pacifista lui pure. Salvini però non si è accorto o ha fatto finta di non accorgersi che Steve Bannon – ex stratega di Donald Trump e guru planetario dell’ultra destra – campeggiava sempre ieri sul “Corriere della Sera” con una intervista a dir poco demenziale nella quale avanzava una fantasiosa ricostruzione sulle dinamiche del Conclave. Più che un’opinione, la sua è apparsa una sortita irriguardosa nei confronti della Chiesa, e in particolare di un Papa appena eletto, colpevole, secondo un procedimento paralogico, di non aderire al verbo del movimento MAGA.

A rileggere bene l’intervista si nota un impianto retorico fondato su due cardini: il sospetto come regola e la delegittimazione come strategia di lotta politica. Per Bannon, l’elezione di Leone XIV sarebbe “più truccata di quella del 2020 contro Trump”. In pratica, sono vere “bannonate”contro il Vaticano. A sostegno di tale tesi bizzarra, avanza l’idea che Papa Prevost sia stato scelto per rimotivare i finanziatori americani, dormienti dal Covufr, e completare l’opera “radicale” del predecessore contro il cattolicesimo della tradizione. Ne esce una Chiesa descritta come campo di manovra di poteri oscuri, in continuità con la narrativa complottista già applicata alle istituzioni e alla politica degli Usa. In sostanza: ogni realtà che non coincide con la narrazione del mondo MAGA è frutto ipso facto di una macchinazione.

A ben vedere, questo schema è ciò che preoccupa di più. Perché non si tratta solo di una divergenza, magari in chiave vagamente teologica, ma di una precisa strategia di discredito delle autorità morali e istituzionali che non si piegano al populismo identitario. Si semina il dubbio che tutto sia falso, incluso il voto dei conclavisti, per insinuare l’idea che il “vero” popolo venga sempre esautorato. È quanto avviene da tempo nella politica americana e ora incombente, in seguito alla vittoria di Trum, sulla scena europea.

Qui sta il punto cruciale. L’attacco di Bannon ai Principi della Chiesa, colpevoli di aver brigato per allestire un’operazione decisamente avversa al trumpismo, non è solo un episodio di sgraziata polemica; piuttosto è un tassello ben preciso nella costruzione di una retorica sovversiva – come definirla altrimenti? – nella quale la verità sta dalla parte dei sovversivi radical-populisti e ogni realtà ostica ai loro occhi  nasconde un disegno manipolatorio. Ebbene, tutti coloro che si professano democratici, non importa se credenti o non, hanno il dovere di contrastare apertamente e con fermezza il bannonismo. Non per partigianeria, a parti rovesciate, ma per difendere i fondamenti stessi della convivenza civile. E per difendere la libertà di tutti. Salvini da che parte sta?