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sabato, 17 Maggio, 2025
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Dibattito | L’alternativa esiste: un popolarismo nuovo dalle radici locali

La speranza è riposta nella volontà della base di ricominciare dagli interessi e valori della vasta area e articolata area di ispirazione culturale, sociale e politica democratico cristiana e popolare.

La lettera inviata tramite ilpopolo.cloud agli Onn. Rotondi, Cuffaro e Cesa, dopo la recente sentenza del tribunale di Roma su nome e simbolo della Dc (https://www.ilpopolo.cloud/1730-lettera-aperta-agli-onn-cesa-cuffaro-e-rotondi.html) non ha sortito alcun effetto positivo.

Gianfranco Rotondi aveva espresso pubblicamente la sua disponibilità per una ricomposizione, ma non ha trovato analoga risposta da Lorenzo Cesa, sembra, soprattutto, per l’irriducibile volontà dell’On. Antonio De Poli di conservare la sua rendita di posizione, sempre utilizzata a suo favore con la destra, prima forzaitaliota, poi leghista e, ora, a dominanza della destra meloniana.

Avevano tentato di spartirsi le ultime spoglie della nostra Democrazia Cristiana, dopo lo scempio a danno del patrimonio immobiliare, fatto da irresponsabili mai perseguiti giuridicamente e penalmente all’atto della fine politica, ma non giuridica della Dc, così come sentenziato dalla suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n.25999 del 23.12.2010, quella da cui partì il tentativo compiuto dal sottoscritto, insieme ai compianti Onn. Lega e Darida, per la ripresa politica del partito.

Come ho più volte scritto nei miei interventi editoriali, con quest’ennesimo rifiuto dei soliti “galletti romani”, non c’è più fiducia in ciò che rimane della suicida diaspora democristiana e la speranza è riposta nella volontà della base di ricominciare dagli interessi e valori della vasta area e articolata area di ispirazione culturale, sociale e politica democratico cristiana e popolare, presente ai livelli comunali, provinciali e regionali italiani.

Non mancano lodevoli tentativi in extremis nazionali, come quello avviato dall’On. Tarolli con Tempi Nuovi e altri, cui auguriamo ogni miglior successo, anche se crediamo sia molto più utile, efficiente ed efficace ripartire dalla base, al di fuori degli interessi “particulari” di questo o quel personaggio alla ricerca di una propria riconferma o rilancio politico elettorale. 

Le prossime scadenze elettorali comunali e regionali, nelle quali vigono sistemi elettorali di tipo proporzionale con differenziati vincoli e sbarramenti, costituiscono la condizione ideale per sperimentare alleanze fra le diverse espressioni politico organizzative di questa area e per dar vita a liste unitarie basate su programmi comunali e regionali ispirati ai valori e agli interessi dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, ossia di quella vasta base elettorale che da molto, troppo tempo, diserta le urne, non trovando più rappresentanza nei partiti attualmente dominanti a livello nazionale.

È ciò che sta avvenendo nel Veneto, dove amici raccolti nel movimento Popolari per il Veneto, si stanno confrontando con amici della DC cuffariana e di Iniziativa Popolare, aperti alla convergenza di associazioni, movimenti, gruppi e persone interessate a por fine alla lunga stagione di dominio leghista e a proporre un programma basato su alcuni elementi strategici per il Veneto ispirati dai valori della dottrina sociale cristiana e del popolarismo.

È augurabile che analoghi processi possano attivarsi in altre realtà regionali italiane, pronte a convergere a livello nazionale per esprimere una nuova classe dirigente, lontana dai giochi di corto respiro che hanno contraddistinto la lunga stagione della diaspora suicida (1993-2025).