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Mattarella incalza ancora la Ue: ora Europa agisca. Von der Leyen: "nessun dorma" raccolto

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – “Due settimane fa lei ha detto ‘nessun dorma’, abbiamo ascoltato il suo appello e oggi discuteremo come possiamo rispondere”. Le parole di Ursula von der Leyen sintetizzano bene il senso della visita di Sergio Mattarella alle istituzioni europee a Bruxelles. Due giorni fitti di incontri, colloqui e discorsi in cui il Presidente della Repubblica ha ripetuto quanto va dicendo da mesi su come sia urgente che l’Unione europea reagisca alla crisi che vive e affronti da protagonista il difficile contesto internazionale che stiamo vivendo. Un appello che è diventato più accorato e forte che mai un paio di settimane fa al summit Cotec di Coimbra dove ha appunto citato il Nessun dorma della Turandot di Puccini per dare una “sveglia” all’Ue.

La forza dei suoi inviti è maggiore perchè stavolta ne ha parlato direttamente con i vertici dell’Unione, ieri con il presidente del consiglio europeo, Antonio Costa, oggi con il collegio dei commissari e con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il messaggio di Mattarella è chiaro: “Spetta a questo importante ciclo istituzionale dell’Unione di compiere un vero e proprio salto di qualità per una riforma complessiva dell’Unione”. Dal canto suo assicura che “l’Italia e il suo Governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee”. Ad accompagnare il capo dello Stato in questa visita c’è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Il capo dello Stato rivendica l’orgoglio della costruzione europea, un grande progetto la cui consapevolezza può spingere oggi i responsabili ad agire e i cui temi sul tappeto sono noti: istituzioni efficaci e rapide, difesa comune, allargamento e, oggi più che mai, un ruolo da protagonista nel contesto geopolitico, che significa rafforzare i rapporti con gli altri continenti e farsi promotrice di accordi di cooperazione in grado di essere da esempio in un contesto in cui si moltiplicano le “guerre commerciali”.

Mattarella è stato ricevuto in prima mattinata dalla presidente della commissione europea a palazzo Barleymont, quindi i discorsi davanti al collegio dei membri della commissione europea. C’è anche il vicepresidente esecutivo italiano, Raffaele Fitto, che Mattarella ha già incontrato ieri dicendo che “l’Unione più forte e coesa è un obiettivo che condividiamo”. “La delicatezza del momento richiede una riflessione ma che deve essere orientata all’azione e alla concretezza per salvaguardare prestigio e autorevolezza dell’Unione Europea nel mondo e di promuoverne interessi e valori”, esordisce il capo dello Stato con i commissari per il quale è necessario che “le istituzioni comunitarie si dimostrino trasparenti, efficienti ed efficaci nel fornire risposte rapide e razionali”. Solo così, avverte, si rafforzerà anche il consenso dei cittadini.

I cittadini europei sono spaventati dalle guerre fino ai nostri confini e chiedono maggiore sicurezza. Ecco perchè per Mattarella è necessario colmare i ritardi degli ultimi decenni sulla difesa comune e “procedere verso una sfida che è cruciale”. Preoccupa anche la lentezza con cui procede il processo di allargamento dell’Unione e non si contano i suoi appelli a sostegno dei Balcani Occidentali: “E’ nostra responsabilità accelerare quel percorso”, avverte, perchè altrimenti verranno deluse le spinte europeiste di quei popoli. Il Presidente ricorda ai commissari anche gli impegni presi sul Pilastro sociale “che impegnava Stati membri e Istituzioni a lottare contro la disoccupazione, la povertà e la discriminazione, per offrire pari opportunità ai giovani e alle persone vulnerabili per una Europa sempre più equa”. E offre una ricetta possibile per mantenere quell’impegno: “Sarà indispensabile anche rivedere i metodi negoziali relativi al bilancio comune”.

Mattarella immagina un’Europa protagonista anche nei rapporti commerciali col resto del mondo a cui trasmettere i suoi valori di pace e cooperazione e dunque spinge su modelli di cooperazione come Ceta e Mercosur per dare l’esempio di relazioni commerciali non ostili, a differenza di chi pensa di mettere i dazi.

La visita si conclude con un passaggio al Parlamento europeo per un confronto con la presidente Roberta Metsola e poi un saluto agli europarlamentari italiani: “Siamo tutti responsabili in questo momento così complicato – li sollecita il Presidente -, l’Europa è il veicolo con cui contribuire a ripristinare pace e convivenza. La Repubblica italiana si riconosce in voi e vi è vicina”. Tra di loro c’è Mimmo Lucano che timidamente si avvicina per salutarlo, vuole donargli una kefiah, una sciarpa palestinese, segno di sostegno al destino del popolo che soffre nella guerra in Medioriente. Mattarella è letteralmente circondato dai parlamentari che vogliono stringergli la mano e farsi un selfie con lui ma poi poco prima di lasciare la sede del Parlamento è lui che riconosce Lucano, il sindaco del “modello Riace” per la gestione dei migranti. La kefiah la lascia prendere da uno degli uomini della sicurezza ma il sorriso che gli rivolge sarà “un’emozione” per Lucano: “Sono contento che l’abbia accettata”, dice l’ex sindaco.