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giovedì, 22 Maggio, 2025
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Governo boccia mozioni opposizioni su Gaza ma Jenin può cambiare linea

Roma, 21 mag. (askanews) – L’attacco dell’Idf contro una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue a Jenin potrebbe determinare un cambiamento della posizione del governo italiano nei confronti di Israele, a cui l’esecutivo oggi chiede esplicitamente e ufficialmente di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di aprire “immediatamente” i varchi per far entrare gli aiuti umanitari.

In mattinata le forze di sicurezza israeliane (che poi si sono scusate) hanno sparato in aria quando la delegazione di diplomatici e la stampa al seguito si sono avvicinati alla sbarra di ferro installata all’ingresso orientale del campo profughi. Nessuno è rimasto ferito. Tra i diplomatici c’era anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha sentito al telefono. Poi ha annunciato di aver convocato l’ambasciatore di Israele a Roma “per avere chiarimenti ufficiali”. Un po una ‘fuga in avanti’ comunicativa tanto che successivamente Palazzo Chigi ha fatto sapere che prima il titolare della Farnesina aveva sentito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con cui aveva concordato la decisione, una mossa comune a praticamente tutte le cancellerie europee. Il governo, è stato spiegato, vuole avere “chiarimenti ufficiali” su quanto accaduto a Jenin ma anche discutere, più in generale, della “drammatica situazione” nella Striscia di Gaza.

Già nei giorni scorsi la linea di estrema cautela verso Israele aveva visto, almeno nelle dichiarazioni, un cambiamento: sia Meloni alla Camera che Tajani ad una iniziativa di Forza Italia a Noto avevano detto di “non condividere le ultime scelte” del governo Netanyahu. Ciò nonostante, proprio ieri l’Italia, al Consiglio Esteri-Difesa dell’Ue, aveva votato contro – come la Germania e altri – alla proposta di “revisione” dell’accordo di associazione Ue-Israele (a favore si è espressa una maggioranza di 17 Paesi membri). E questa mattina alla Camera, la maggioranza ha respinto le mozioni delle opposizioni. Quella di Pd, M5S e Avs chiedeva tra le altre cose al governo di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico” ma anche di “intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano ‘Carri di Gedeone'” e di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”.

Poi sono arrivati i fatti di Jenin e la divergenza di vedute rispetto a Gerusalemme appare adesso più ampia: nell’incontrare l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia non solo ha contestato il comportamento “inaccettabile” dell’Idf ma ha chiesto anche di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di “aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese” che è “essa stessa vittima dei terroristi di Hamas” e dunque “non può più essere coinvolta negli attacchi” dell’esercito.