«Il quesito sulla cittadinanza era una proposta equilibrata», afferma in una nota Riccardo Magi, segretario di +Europa, commentando l’esito dei referendum. Ma – prosegue – «una parte significativa del Movimento Cinque Stelle non ha sostenuto questa battaglia». Un dato che, secondo lui, «non sorprende» e anzi «rappresenta un punto di chiarezza» sullo stato reale del cosiddetto campo progressista.
Le responsabilità di Conte
Magi non risparmia critiche all’ex premier: «Sono sconcertato da Conte, che ora dice che con il referendum si è allontanata la soluzione. Quando era al governo, ha allungato da due a quattro anni i tempi per ottenere la cittadinanza. Con il Conte 2 li ha portati a tre. A me sembra che cerchi solo alibi per non fare nulla. Lo stesso vale Tajani che oggi rispolvera lo ius italiae, senza aver mosso un dito finora».
Il cuore del populismo
Secondo Magi, anche il Partito democratico ha le sue responsabilità. «Un pezzo del suo elettorato non è convinto su questo tema, e ciò dipende dal fatto che il Pd ha inseguito politiche di destra sull`immigrazione e quando si inseguono le politiche di destra, si contribuisce a creare un`opinione pubblica di destra. Questo è il cuore del populismo. Se il fronte progressista decide di seguire i sondaggi e rinuncia a costruire una opinione pubblica e a costruire riforme, allora questo non è progressismo ma progressismo che, come dice Conte, è indipendente sì, ma dal progressismo stesso.
Una straordinaria mobilitazione
La speranza – per Magi – viene piuttosto «dai migliaia di ragazze e ragazzi che hanno dato vita a una straordinaria mobilitazione per un tema espulso dall’agenda pubblica fin dal 2017».