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martedì, 17 Giugno, 2025
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Ciclismo, gli 80 anni del leggendario Eddy Merckx, "il cannibale"

Roma, 17 giu. (askanews) – Il ciclismo mondiale celebra un traguardo eccezionale: gli 80 anni di Eddy Merckx, il “Cannibale”. Un nome che non è solo sinonimo di vittorie, ma di un’epoca, di un’intensità agonistica ineguagliabile e di una fame insaziabile che lo ha reso il ciclista più grande di tutti i tempi. Dalla sua nascita a Meensel-Kiezegem in Belgio, al suo dominio incontrastato sulle strade di tutto il mondo, la vita di Merckx è stata un inno alla determinazione e al talento puro.

La carriera di Merckx è un susseguirsi di numeri che sfidano l’immaginazione. Tre Mondiali su strada, cinque Tour de France, cinque Giri d’Italia, una Vuelta a España, sette Milano-Sanremo, cinque Liegi-Bastogne-Liegi, tre Parigi-Roubaix e tre Freccia Vallone. E questi sono solo i successi più eclatanti. Le sue vittorie totali come professionista superano le 500, un record che difficilmente verrà mai eguagliato.

Ciò che distingueva Merckx non era solo la quantità delle sue vittorie, ma il modo in cui le otteneva. Non era un corridore che calcolava, aspettava il momento giusto o si accontentava di un piazzamento. La sua mentalità era votata all’attacco costante, all’annientamento dell’avversario. Partiva all’offensiva da lontano, spesso da solo, trasformando ogni gara in una lotta contro il tempo e contro se stesso. Questa ferocia agonistica gli valse il soprannome di “Cannibale”, coniato dalla moglie di un suo compagno di squadra, e divenne il suo marchio distintivo.

Il suo primo grande acuto arrivò nel 1966 con la vittoria della Milano-Sanremo, la prima di sette, un record ancora imbattuto. Ma fu nel 1968, con la sua prima vittoria al Giro d’Italia, che il mondo si rese conto di avere di fronte un fenomeno. Merckx dominò quella corsa, conquistando tappe in pianura, in salita e a cronometro, dimostrando una versatilità e una forza che non si erano mai viste prima.

Il suo regno al Tour de France iniziò nel 1969, un’edizione che lo vide imporsi con un vantaggio abissale, conquistando anche la maglia verde e la maglia a pois, un “Grand Slam” che nessun altro ciclista è riuscito a replicare. I suoi cinque Tour, vinti tra il 1969 e il 1974, furono un’esibizione di potenza e strategia, in cui ogni rivale era destinato a soccombere alla sua superiorità.

Merckx non era solo un atleta straordinario, ma anche un innovatore. Fu uno dei primi a curare meticolosamente la preparazione atletica, l’alimentazione e l’equipaggiamento. La sua attenzione ai dettagli e la sua dedizione allo sport lo resero un modello per le generazioni future di ciclisti.

Oltre alle vittorie, la carriera di Merckx fu costellata anche da momenti difficili, come la caduta nella Sei Giorni di Gand nel 1969, che gli procurò un infortunio alla schiena che lo tormentò per il resto della carriera. Eppure, anche di fronte al dolore, il suo spirito indomito non venne mai meno.

Dopo il ritiro dalle competizioni nel 1978, Merckx ha continuato a essere una figura di spicco nel mondo del ciclismo. Ha fondato una sua azienda di biciclette, Eddy Merckx Cycles, e ha ricoperto ruoli dirigenziali, sempre con l’obiettivo di promuovere e sviluppare lo sport che tanto amava.

Oggi, mentre Merckx celebra gli 80 anni, il suo nome risuona ancora con la stessa forza di allora. Le sue imprese sono studiate, ammirate e raccontate a ogni nuova generazione di appassionati. Eddy Merckx non è solo un campione del passato; è un’icona intramontabile, un simbolo di grandezza e di quella fame che spinge un uomo a superare i propri limiti, lasciando un’impronta indelebile nella storia dello sport. Buon compleanno, Cannibale. La tua leggenda continua a vivere.