Roma, 19 giu. (askanews) – Nel momento in cui esistono tensioni e conflitti chiaro che il libero commercio ne risente cos come l’approvvigionamento delle risorse, delle materie prime soprattutto sul piano energetico ma anche sulla sovranit alimentare. L’Italia ha reagito in maniera decisa con una politica estera molto pi intraprendente rivolta non soltanto ai tradizionali partener come l’Europa e gli Stati Uniti ma a tutto campo. Iniziando con il Piano Mattei che stata una grande offensiva che mira allo sviluppo dell’Africa e a farne un grande mercato ma allo stesso tempo anche una fonte sicura e vicina di approvvigionamento quindi sulla catena del valore la cosiddetta filiera corta. Contemporaneamente si punta a nuovi mercati importanti come quelli dell’Asia Centrale passando per il Caucaso determinanti per il nostro approvvigionamento energetico, si inoltre rilanciato il rapporto economico con la Cina. La tensione internazionale foriera di rischi e cambiamenti anche con la nuova profilazione degli Stati Uniti che vuole resettare i suoi rapporti economici con il mondo per rispondere alla sfida della competizione globale pone interrogativi anche dal nostro punto di vista ma l’Unione europea deve affrontarla nello spirito del Rapporto Draghi facendo crescere la domanda interna e riducendo le barriere artificiali come la burocratizzazione cha ha provocato dazi ben superiori a quelli che gli Stati Uniti minacciano’. Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Viceministro degli Affari Esteri, che intervenuto nel corso della tavola rotonda ‘Geopolitica, Economia internazionale’, che si svolta a Roma, nell’ambito di Forbes Italia 2035 ‘Strategie per un futuro di crescita e stabilit’, nella sala Trilussa della Cassa di previdenza dei Geometri, presieduta da Diego Buono. ‘Alcide De Gasperi settanta anni fa diceva che la politica estera era il pilastro fondamentale per lo sviluppo economico di un paese. Dopo tanti anni – ha evidenziato Maurizio Lupi, presidente nazionale di ‘Noi Moderati’ a Montecitorio -, ci siamo drammaticamente accorti che quanto De Gasperi prevedeva una realt. Abbiamo capito che, se scoppia un conflitto nel cuore dell’Europa ci riguarda non solo dal punto di vista della difesa ma anche dal punto di vista del bene comune, dell’economia, l’aumento dei costi delle materie prime incide anche sui bilanci delle famiglie. Lo scontro che esistito tra America e Cina non era fatto di ideali ma se agli Stati Uniti mancano le materie prime per investire in tecnologia, cybersecurity e infrastrutture avanzate questo rischia di frenare lo sviluppo e la posizione geografica. Se Trump vuole conquistare la Groenlandia non per il gioco del Risiko ma perch con il cambiamento climatico se si disgela quella tratta diventer la tratta strategica del commercio mondiale e cambier gli assetti di tutti. Abbiamo compreso come la logistica e l’intermodalit siano diventati assi fondanti. Oggi pi che mai la sfida geopolitica determina la crescita o la decrescita di un paese e il benessere di una comunit. Non possiamo giocare da soli questa sfida perch l’Italia piccolissima, la possiamo giocare da protagonisti in un’Europa che deve recuperare la sua funzione per il bene comune e una difesa comune’. Secondo Massimo Garavaglia, presidente Commissione Finanze al Senato: ‘Le catene del valore hanno iniziato a modificarsi gi in epoca Covid. Oggi accade che la politica commerciale di Trump sta determinando la fine della globalizzazione cos com’era intesa e si va verso un nuovo ordine mondiale. Sicuramente non c’ pi il G7, oggi abbiamo un G4 formato da Cina, Usa, l’India e i paesi Brics e il quarto protagonista formato dalle grandi multinazionali hi-tech. Come volevasi dimostrare oggi Usa e Cina hanno trovato un accordo tra loro, all’interno del G4. L’Europa fuori, si autoesclusa perch noi siamo campioni del mondo in una sola cosa: la burocrazia. Finch l’UE non capisce che il suo ruolo non produrre carta ma fare pil siamo tagliati fuori. Esiste un tema di competitivit. L’Europa una cosa con attori globali importanti, l’UE un enorme foglio di excel che non riesce mai a prendere una decisione. Per tornare a essere competitivi dobbiamo cancellare tutta la burocrazia. In Italia dobbiamo sostenere la nostra forza, le pmi, dobbiamo solo lasciarle lavorare in pace eliminando tutti i lacci e lacciuoli che arrivano dall’Europa’. Sul ruolo dell’Italia in Europa si soffermato Marco Osnato, numero uno della Commissione Finanze alla Camera: ‘Viviamo un disordine globale ci sono potenze ormai stabilizzate come la Cina e l’India, ci sono i paesi del Brics che sono sicuramente molto incombenti sullo scenario internazionale, gli Stati Uniti che fanno discutere con il tema dei dazi e un grande assente che ha l’occasione di diventare di nuovo protagonista che l’Europa e all’interno di essa ovviamente l’Italia. Bisogna cercare di superare una sorta di supponenza psicologica dell’Europa quella di ritenere ci che si decide a Bruxelles valido per tutto il mondo ormai variegato e spezzettato. Bisogna ragionare creando una massa critica molto forte e riuscire a tornare protagonisti dal punto di vista economico e sociale. Per fare questo bisogna abbandonare le bandierine ideologiche una su tutte il Green Deal rafforzando il mercato dei capitali rafforzando anche un’identit fiscale che non crei una sorta di damping interno all’Europa stesso. In tutto questo l’Italia mantiene una solidit economica rilevante riconosciuta dalle agenzie di rating e anche la nostra produzione regge meglio di altre’. Lo scenario globale stato illustrato da Renato Loiero, consigliere del Presidente del Consiglio dei ministri: ‘Viviamo una fase di transizione globale particolarmente pericolosa. Le transizioni green e quella digitale si accompagnano con le tensioni della transizione per cos dire politica connesse alle mosse protezionistiche dell’amministrazione Trump. Eravamo abituati a un mercato tendenzialmente liberista un G7 al centro dell’agor mondiale con gli Usa al centro con il dollaro unica valuta per gli scambi internazionali. Oggi l’Italia, come l’Europa, deve confrontarsi con diverse autocrazie spesso a capitalismo di stato, al G7 si aggiunto il patto dei paesi Brics, gli Usa sono sempre pi attentati nella loro supremazia dalla Cina che vanta diversi monopoli come, ad esempio, quello delle terre rare. Le trattative per la revisione dei dazi vedono al centro proprio questo tema. Uno scenario complesso e molto pericoloso nel quale l’Italia cerca di ritagliarsi un ruolo all’interno dell’Europa. Fino agli inizi di luglio non conosceremo tuttavia gli esiti e gli effetti di questa trattativa’. Nel suo intervento Gennaro Sangiuliano, corrispondente della Rai da Parigi, ha tracciato il profilo dei protagonisti di questa fase storica: ‘Il 900 davvero finito, con le sue contrapposizioni storiche dove due modelli ideologici, il liberal capitalismo e il comunismo, si sono confrontati per decenni. E siamo entrati in un’epoca nuova, multipolare, dove il vero antagonista dell’occidente la Cina con il suo modello assolutistico. Xi Jin Ping l’uomo pi potente al mondo perch riassume il potere di Presidente della Repubblica, Segretario del partito e anche il comandante delle forze armate. Governa una nazione che si avvia a diventare potenza tecnologica oltre che manufatturiera. Trump si posto come leader che vuole riscattare il declino occidentale. I decenni che verranno saranno segnati da questo confronto. L’Europa un gigante culturale ma un nano politico perch ha delegato per decenni la propria sicurezza agli Usa. Questo quadro non pi sostenibile. L’Europa deve riappropriarsi della guida del proprio destino. L’accordo tra Usa e Cina d ragione a Trump perch ha visto la sua tattica prevalere, quella di trattare il prezzo pi alto per poi mediare’. Per Marco Rago, consigliere per la diplomazia economica del Ministero degli Esteri: ‘I due conflitti armati in Ucraina e a Gaza stanno influenzando moltissimo la catena di valori che le imprese sono destinate ad analizzare per calcolare il rischio geopolitico dell’area. Un rischio che aumenta e influenza anche l’export. Il governo impegnato gi da tempo a introdurre una serie di misure nuove di sostegno alle aziende italiane che vogliono internazionalizzare il loro business. Lo facciamo attraverso i tre pilastri Ice, Simest e Sace. La Simest ha messo a punto misure speciali per i Balcani e per l’Africa all’interno del Piano Mattei e da poco anche in America latina. Misure di premialit che consentono alle imprese di affrontare nuovi mercati con rinnovato slancio. Grandi sostegni per piccole e medie imprese che stanno registrando gi un grande successo. L’UE impegnata a trovare quell’equilibrio che tutto il sistema economico chiede. Il negoziato con gli Usa volto a normalizzare la situazione ne una prova. Ma esistono anche altri mercati, ad esempio il Mercosur, nel quale l’UE ha trovato un dialogo che porter vantaggi per tutte le imprese europee’. Francesco Sciaudone, managing partner Grimaldi Alliance ha sostenuto che ‘la numerosit delle regole rilevanti per poter continuare nello svolgimento dell’attivit economica delle imprese italiane che sono le principali esportatrici al mondo non a caso siamo quarti nella classifica delle esportazioni internazionali sono un tema assai delicato. Occorre sapere che non ci sar a breve uno scenario di ritorno alla normalit ma che questa situazione di tensione nel mondo legata alla crisi geopolitica, alle sanzioni, ai dazi e quindi alle difficolt nel mondo del trade sar una situazione che durer ancora molto tempo. Le imprese possono solamente attrezzarsi anche con il supporto di realt professionali presenti in questi numerosi mercati nei quali sono chiamati ad operare per mitigare il rischio e rendere sostenibile la prosecuzione della loro attivit economica sapendo che non qualcosa che potr scomparire nei prossimi giorni’.