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martedì, 1 Luglio, 2025
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Dibattito | Papa Leone attacca le false propagande del riarmo: l’Europa…indifferente?

Chi è il nemico da cui difenderci? Se di nemici si vuole parlare, bisogna riconoscere che il vero nemico è forse la Cina, quello tra le cui braccia stiamo buttando, poco prudentemente, la Russia.

Il dibattito attorno al riarmo europeo sta assumendo contorni sempre più preoccupanti.

L’UE ha approvato il programma ReArm Europe Plan (poi più pudicamente rinominato Readiness 2030), un programma da oltre 800 miliardi di euro. I Paesi aderenti alla Nato hanno da poco sottoscritto l’impegno di arrivare a investire in difesa il 5% del PIL entro il 2035. La decisione, che ha visto gli europei prostrarsi ai desideri di Trump, rischia di mettere in crisi il welfare degli anni futuri in molti Paesi (Italia compresa, checché ne dica la Meloni). Non andrà incontro a difficoltà di bilancio la sola Germania che, dal canto suo, ha deciso di spendere da sola una pari cifra di 800 miliardi, evocando l’incubo del riarmo tedesco.

“Si vis pacem, para bellum” ha richiamato impropriamente la nostra Presidente del Consiglio. Tuttavia, quando con tale insistenza i governi europei invitano a riarmarsi per la difesa alcune domande sono inevitabili.

Da chi dovremmo difenderci? Che cosa vorremmo difendere? In che modo vorremmo farlo?

Il chi è stato indentificato e risponde al nome di Vladimir Putin, il quale non è certo un galantuomo, ma non ha mai avanzato mire sull’Europa, né ha mai messo in discussione le istituzioni Ue. Putin non vuole i missili Nato sotto casa e l’allargamento a est della Nato (che non si identifica con l’Ue) è causa non ultima dell’invasione dell’Ucraina.

Peraltro, vale la pena ricordare che è proprio Trump che sembra spingere di più per una disarticolazione della Casa comune europea, preferendo il rapporto più asimmetrico con i singoli Stati, che non esita ad aggredire con la politica dei dazi, con la difesa delle multinazionali del digitale e con la spinta a comprare armi e gas liquefatto dall’industria Usa.

Tutto questo senza dimenticare, se di nemici si vuole parlare; che il vero nemico è forse la Cina, quello tra le cui braccia stiamo buttando, poco prudentemente, la Russia.

Più complicato definire che cosa dovremmo difendere. Il vero collante dell’Europa erano le sue radici cristiane, il cui inserimento nella Costituzione fu bocciato dalla Francia e poi dal Belgio. Da allora, al sogno dei tre grandi che parlavano in tedesco e pensavano cattolico (De Gasperi, Adenauer e Schuman) si è sostituito il vuoto valoriale e l’enfasi sui diritti individuali. Non sono sufficienti, tuttavia, i gay pride a ricostruire un’identità, né basta a ciò la moneta comune.

Forse è anche per questo, tornando alla domanda precedente (“Da chi dovremmo difenderci?”), che qualcuno spera di risolvere il problema identitario agitando lo spauracchio di un nemico comune. Un po’ come avveniva a sinistra ai tempi di Berlusconi, quando nell’assenza di progetti comuni credibili si chiamava alla lotta il popolo in funzione anti-berlusconiana. L’identificazione di un nemico comune può servire tuttavia al massimo per fare la guerra, non certo per governare la crisi e tantomeno per ri-suscitare la speranza.

Infine, è lecito chiederci in che modo vorremmo difenderci. Il riarmo dei singoli stati, infatti, oltre che dispendioso è velleitario. Solo una difesa europea comune, affidata ad un unico comando, potrebbe fungere da deterrente, ma è esattamente questo che non si può e non si vuole fare. Non si può perché manca la costruzione politica che dovrebbe gestire una tale difesa comune, non si vuole perché la mancanza di una identità comune impedisce anche solo di pensare di delegare ad altri il comando (un argomento questo che vale, ovviamente, soprattutto per la Francia).

È per queste considerazioni che, con Papa Leone, considero la spinta al riarmo come il frutto di “false propagande”. Il Papa non esita a contestare il “si vis pacem para bellum”, chiedendo a ognuno di noi: “Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte?”.

È triste osservare la lontananza dei politici europei, anche di quelli che si dicono cattolici, dal richiamo del pontefice americano.

Prima che la Casa comune crolli, farebbero bene a porsi anche la seconda domanda proposta dal Papa: “Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune?”.

In allegato

Estratto dal discorso di Leone XIV all’Assemblea Plenaria della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (ROACO), 26 giugno 2025.

Il cuore sanguina pensando all’Ucraina, alla situazione tragica e disumana di Gaza, e al Medio Oriente, devastato dal dilagare della guerra. Siamo chiamati noi tutti, umanità, a valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione. La gente non può morire a causa di fake news.

È veramente triste assistere oggi in tanti contesti all’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi. È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni. Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?

La gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti!